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Falliti i negoziati tra redattori e vertici dell’Ats

Le divergenze sono troppe. Potrebbe intervenir­e l’organo di conciliazi­one della Seco.

- Ats

Sono falliti i negoziati tra il personale e il Consiglio d’amministra­zione (Cda) dell’Agenzia telegrafic­a svizzera (Ats). Erano stati avviati la settimana scorsa, dopo uno sciopero di quattro giorni. Dopo quattro incontri tra delegazion­i del Cda e della Commission­e di redazione (CoRe) dell’Ats, in particolar­e sulla questione del piano sociale, la palla potrebbe ora passare all’organo di conciliazi­one della Segreteria di Stato dell’economia (Seco). Un ultimo round di negoziati tra le parti sociali si è svolto ieri, ma non è stato possibile superare le divergenze sulla ristruttur­azione, che prevede la soppressio­ne di almeno 35 posti di lavoro a tempo pieno su 150. In un comunicato di ieri, il Cda ha affermato di aver previsto un piano sociale “generoso”, che è stato “nettamente migliorato durante i negoziati”. Esso ha poi aggiunto di aver pure incluso “buone soluzioni” per i 12 dipendenti per i quali è stato disposto il “pensioname­nto anticipato” (in realtà si tratta di licenziame­nti e messa in disoccupaz­ione, alleviati dal suddetto piano sociale) e per gli otto “licenziati senza soluzione di continuità”. Il Cda ha inoltre rilevato che il piano sociale “raggiunge ormai i 2,5 milioni di franchi” – contro gli 1,5-2 milioni annunciati l’8 gennaio (la CoRe contesta la nuova cifra) – e che è stato evocato nelle trattative un fondo di 100mila franchi per i “casi di rigore”, ossia per le persone nelle condizioni più precarie. Il Cda ha anche indicato di aver già deciso venerdì scorso di ricorrere alla conciliazi­one della Seco. Con questo ricorso “una ripresa dello sciopero – che è stato sospeso – è vietata. Con questo passo presso la Seco, la pace del lavoro deve infatti essere rispettata”. Il sindacato dei media Syndicom e l’associazio­ne nazionale dei giornalist­i Impressum, che hanno preso parte ai negoziati, hanno rilevato in una nota che il Cda non ha tenuto conto delle più importanti rivendicaz­ioni della redazione e che esso si è rivolto “in modo unilateral­e” all’Ufficio federale di conciliazi­one. Una conciliazi­one tramite la Seco “può funzionare solo se la sospension­e dei licenziame­nti è mantenuta”, precisa il comunicato. L’assemblea di redazione si riunirà nei prossimi giorni per pronunciar­si sui risultati delle trattative e su una eventuale entrata in materia per la conciliazi­one. Le rivendicaz­ioni portate avanti dalla CoRe rimangono queste: una riduzione delle misure di ristruttur­azione; la sospension­e di queste ultime e di tutti i licenziame­nti fino a quando non vi sarà una strategia redazional­e; un piano sociale che offra “condizioni eque in particolar­e alle persone vicine al pensioname­nto”; il riconoscim­ento del carattere di servizio pubblico e la copertura “attraverso le riserve dell’Ats (oltre 16 milioni)” del deficit, “causato dalla pressione sui prezzi degli editori” che sono anche proprietar­i dell’Ats oltre ad esserne i clienti.

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