Ad alzo zero su Oxfam
Londra – L’artiglieria pesante contro Oxfam. Ieri Theresa May ha definito “orribile” il comportamento del personale dell’Ong britannica, accusato di essersi servito di giovani prostitute ad Haiti e in Ciad. La prima ministra, insieme ai vertici del partito conservatore e della stampa alleata ha attaccato vigorosamente Oxfam, al punto che Nicole Sturgeon, capo del governo scozzese, si è chiesta se la virulenza della critica non nasconda l’intenzione di ridurre i cospicui finanziamenti all’Ong (venti milioni dalla sola Svizzera, negli ultimi quattro anni). A completare il quadro disastroso delle pratiche degli operatori di Oxfam nei teatri di crisi, il Guardian e la Bbc hanno reso noti ieri i contenuti di un rapporto interno dell’Ong del 2011. Tre degli uomini accusati di molestie sessuali ad Haiti, emerge dal documento, avevano anche minacciato fisicamente un collega per assicurarsi il suo silenzio sulle loro condotte illegali. Oxfam ha pubblicato la sua relazione interna nello sforzo di assicurare trasparenza dopo lo scandalo che l’ha travolta. Sette impiegati hanno lasciato Oxfam in seguito ai loro comportamenti ad Haiti nel 2011, evidenzia il rapporto. Uno è stato allontanato e tre si sono dimessi per essere andati con prostitute. Altri due sono stati allontanati per intimidazioni (uno scaricava anche materiale pornografico), e un ultimo è stato cacciato per non avere protetto lo staff. Il tentativo di trasparenza di Oxfam sembra tuttavia aver sortito l’effetto contrario. May ha chiesto anche che vengano rivelate le procedure di salvaguardia delle varie organizzazioni e resta dell’idea che Oxfam abbia molta strada da percorrere per riconquistare la fiducia perduta. La fiducia, e i soldi.