Ultimo atto per il delitto di Brusio
Terzo e ultimo processo in Cassazione oggi a Roma per il duplice delitto avvenuto a Zalende (frazione di Brusio, in Valposchiavo) il 21 novembre 2010, quando nell’ufficio della loro azienda furono uccisi i coniugi Gabriella Plozza e Gianpiero Ferrari. Il processo di oggi fa seguito al ricorso dei difensori dei due imputati, l’imprenditore valtellinese Ezio Gatti (condannato a 23 anni di reclusione) e l’autore materiale del duplice delitto, Ruslan Cojocaru (condannato all’ergastolo). L’ultima condanna per l’imprenditore valtellinese, considerato il mandante, è di due anni più lunga rispetto alla sentenza pronunciata il 14 dicembre 2014 dalla Corte d’Assise di Sondrio. Ad aggravare la sua pena era stata la detenzione della pistola Beretta calibro 6,35, trovata sul luogo del delitto. Pistola che, per i giudici del Riesame di Milano, l’imprenditore valtellinese aveva dato al moldavo. Per quanto è dato sapere, oggi i difensori sono intenzionati a richiedere l’assoluzione dei loro assistiti, così come avevano fatto nei primi due gradi di giudizio. Richiesta abbastanza ardita considerando che le tesi dei difensori si contraddicono fra loro: per l’avvocata Rossella Sclavi Cojocaru non ha commesso il duplice omicidio, mentre stando al legale Carlo Taormina Gatti aveva dato un mandato estorsivo al moldavo, al quale non aveva chiesto di compiere la mattanza. Non è da escludere che, anche in Cassazione, sia Taormina che Sclavi tornino a chiedere il trasferimento del processo in Svizzera, facendo leva sul fatto che il duplice omicidio, uno dei più afferrati delitti compiuti nei Grigioni, non era stato premeditato, come invece riconosciuto dai giudici del Riesame. M.M.