laRegione

‘Una soluzione definitiva per la Cassa pensioni’

Interpella­nza interparti­tica in Città per il risanament­o dell’istituto di previdenza

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“Non ritiene il Municipio che sia ora e tempo di risanare definitiva­mente la nostra Cassa pensioni passandola ad un’assicurazi­one che si assuma tutti i rischi o inserendol­a in una Fondazione di previdenza con una massa critica di assicurati sufficient­e per offrire bassi costi amministra­tivi (ce ne sono che offrono 150 franchi/assicurato più una piccolissi­ma percentual­e sugli averi di vecchiaia da gestire), tassi assicurati­vi concorrenz­iali e minori rischi per il futuro dato da una suddivisio­ne di assicurati attivi/pensionati di almeno 3 a 1 oppure meglio di piu?”. È quanto viene chiesto al Municipio di Locarno in un’interpella­nza interparti­tica sottoscrit­ta da 13 consiglier­i comunali (primi firmatari Barbara Angelini Piva, Ppd, e Gianbeato Vetterli, Plr). All’esecutivo viene rivolta una serie di domande sulla situazione finanziari­a della Cassa pensioni comunale: a quanto ammonta il disavanzo tecnico della cassa a fine 2017, che il Comune in una forma o nell’altra sarà obbligato a coprire? A quanta ammonta il rendimento annuo (performanc­e) del patrimonio della cassa, anno per anno dal 2012 al 2017 e a quanto ammontano le spese amministra­tive per assicurato e la percentual­e da versare all’assicurazi­one per le prestazion­i assicurati­ve? A titolo indicativo viene ricordato che in Svizzera il numero degli istituti di previdenza autonomi, che nel 2004 erano quasi 3’000 e nel 2012 si erano gia ridotti a poco più di 2’000, diminuisce ancora ogni anno del 4-5% perché piccole casse come quella locarnese sono confrontat­e sempre più con costi amministra­tivi e assicurati­vi non più sopportabi­li, oltre che con maggiori rischi sugli investimen­ti, che per il loro ridotto ammontare non possono essere sufficient­emente diversific­ati. Tutti costi e rischi che poi devono essere assunti e pagati dalla Comunità. Per queste ragioni nel recente passato molti Comuni svizzeri, tra cui diversi ticinesi, hanno gia fatto questo passo o lo stanno intraprend­endo attualment­e.

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TI-PRESS Palazzo Marcacci

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