Dino, animali tratti in salvo
Sono già stati collocati in un luogo sicuro i capi di bestiame (una trentina fra asini e lama) che vivevano in condizioni disastrose alla fattoria di Dino. Allo stesso modo, è stato intimato il divieto di tenuta animali al titolare dell’azienda agricola. Lo ha deciso, come noto, l’Ufficio del veterinario cantonale che ha ordinato il trasferimento di tutti gli animali. Questa è la prima conseguenza adottata nei confronti dell’allevatore. L’azienda di Dino è balzata agli onori della cronaca dopo alcune immagini eloquenti che mostravano le pessime condizioni degli animali pubblicate nei giorni scorsi fra cui quella di un lama morto. Immagini che erano giunte all’ufficio del veterinario cantonale all’inizio della scorsa settimana inviate da alcuni cittadini, minacciati dall’allevatore e scandalizzati per come venivano tenuti gli asini e i lama. Il fatto che tutti gli animali siano stati confiscati rientra nella categoria di una casistica ritenuta grave agli occhi dell’autorità. Non quanto il caso emerso alcuni anni fa in un’altra fattoria di Vezia dove gli animali (una quindicina di maiali) vivevano in condizioni ancora peggiori. Un caso che aveva portato alla condanna dell’allevatore da parte della Procura. Comunque, le condizioni in cui vivevano asini e lama sono state oggetto di ben due atti parlamentari, uno rivolto al Consiglio di Stato, l’altro alla Città di Lugano (prima firmataria la deputata e consigliera comunale Sara Beretta Piccoli). Ad aggravare la posizione dell’uomo responsabile dell’azienda sono state le foto, ritraenti la carcassa di un animale morto e un asino ferito a terra, inviate lunedì alle autorità, che ora non escludono la possibilità di una denuncia al Ministero pubblico per maltrattamenti.