Assalti armati, rapinatori a processo
Stenta a entrare nel vivo in Tribunale a Varese il processo a carico di dodici imputati, i componenti di una banda di rapinatori. L’udienza della scorsa settimana è stata dedicata alle formalità di rito. L’organizzazione criminale deve rispondere di sedici capi di imputazione: tra i quali tre rapine, due in Ticino, e una tentata. Attraverso gli atti dell’accusa la ricostruzione degli assalti banditeschi che hanno avuto per protagonista un 41enne di Busto Arsizio, presente in tutti i fatti contestati dall’accusa. Il primo assalto banditesco a Besazio, il 1° agosto 2010 ai danni della Cassa di cambi e gestioni Sa. Due i criminali entrati in azione che, approfittando della pausa di un impiegato, gli avevano puntato contro una pistola con l’intento di entrare in ufficio. Una volta entrati, avevano bloccato il secondo impiegato. Poi, l’obbligo di aprire la cassaforte. Bottino: 187mila euro, 3 cellulari e dalla giacca di uno degli impiegati il portafoglio contenente 7mila euro e 17mila franchi, quattro carte di credito e una penna Mont Blanc. Per l’accusa, i due erano decisi a tutto. Anche a uccidere. Il 22 agosto 2011, la coppia assalta il distributore Erg di Arzo dove “con violenza consistita nell’immobilizzare la commessa e legarla con delle fascette di plastica, nonché minacciarla mediante l’uso di un’arma da fuoco, si impossessano di 6’180 franchi”. Terza rapina il 3 settembre 2011 alla gioielleria ‘Gioielli di Vale’ a Cantello, dove i criminali si erano presentati indossando una pettorina con la scritta ‘Guardia di Finanza’. Nel negozio c’erano tre clienti, una commessa e la proprietaria, tutti legati con le solite fascette di plastica. Bottino: 30mila euro in contanti e preziosi. Il 1° ottobre 2011 la tentata rapina al supermercato ‘LD’ di Olgiate Olona, fallito per la reazione di una commessa. Ruoli marginali per gli altri imputati comparsi a piede libero davanti al collegio giudicante presieduto da Anna Azzana. L’udienza è stata aggiornata al 14 giugno. Saranno ascoltati gli investigatori, i quali, grazie anche alla collaborazione della Polizia cantonale, hanno sgominato la pericolosa organizzazione criminale.