Lara, domani è un altro giorno
La ticinese riparte dalla delusione del superG per essere protagonista. Michelle Gisin spera di emulare Dominique.
Dopotutto domani è un altro giorno. Lara Gut non può che far sue le famose parole pronunciate da Rossella O’Hara sui titoli di coda di Via col vento. Sì, perché proprio come il personaggio interpretato da Vivien Leigh, costretto a rifarsi una vita sulle macerie della Guerra di Secessione, la ticinese deve ripartire dalla “catastrofe” del quarto posto in superG per dare ulteriore significato alla sua avventura olimpica. Domani è un altro giorno e domani in programma c’è la discesa. Certo, nella velocità pura Lara non ha per ora ritrovato le sensazioni pre-infortunio, ma è comunque vero che delle 24 vittorie in Coppa del mondo sette sono giunte proprio dalla libera, a dimostrazione di come sugli sci non sia... ferma. «Ho imparato ad accettare anche le giornate storte – ha commentato con il sorriso sulle labbra al termine della seconda sessione di prove –. Essere delusi dopo gare come il superG è umano». Ma domani è un altro giorno e allora è giusto essere vivi e pensare positivo. Nelle prime due giornate di prova non ha staccato tempi memorabili, ma è vero che per lei quella olimpica è una pista sconosciuta, per cui le prime discese servono soprattutto a prendere confidenza con il terreno... «È qualcosa di completamente diverso rispetto a quanto siamo abituati ad affrontare. È assolutamente fondamentale saper costruire e mantenere una velocità il più elevata possibile. Il minimo errore e puoi perdere due o tre chilometri orari, poi impossibili da recuperare. Sto imparando a conoscere questa pista, per cui tutti i chilometri messi sotto gli sci sono i benvenuti. Sono dunque contenta che la discesa non sia stata anticipata e che mi rimanga ancora una giornata di
prove a disposizione (la terza sessione ha avuto luogo nella notte, ndr)».
Flury e Suter, che sorpresa sia
Insomma, bisognerà essere puliti e, al contempo, aggressivi. Chi riuscirà a trovare il giusto mix avrà la possibilità di mettersi al collo l’oro. Il nome sulla bocca di tutti è ovviamente quello di Lindsey Vonn, la quale, rispetto alla Gut, ha il vantaggio di un fisico più imponente, maggiormente adatto a immagazzinare velocità. La statunitense (3 vittorie in stagione) dovrà vedersela in primo luogo con l’italiana Sofia Goggia, capace del meglio (2 vittorie) come del peggio (tanti errori e altrettante eliminazioni premature) e in Corea in ombra sia nel gigante, sia nel superG. Ma c’è un’altra rossocrociata che sogna di ritagliarsi un giorno di gloria. Proprio come quattro anni fa a Sochi era stata capace di fare sua sorella Dominique. Michelle parte con l’obiettivo di mantenere il nome dei Gisin sul gradino più alto del podio olimpico. Il nono posto in superG, il sesto e il settimo nelle prime due giornate di prove dimostrano che l’obvaldese su questa pista si trova a suo agio, in particolare nella parte alta, dove, in genere, è stata la più veloce... «Voglio correre per una medaglia, tutto è possibile. Mi piace scendere su questa pista, è mega cool». E quella di una Michelle Gisin sullo stesso podio che quattro anni fa era stato di sua sorella sarebbe davvero una bellissima storia da raccontare. Lara Gut e Michelle Gisin saranno le due frecce meglio calibrate nella faretra della Nazionale svizzera. Ma proprio il superG giustamente rimasto sul gozzo alla ticinese ha dimostrato come la pista coreana non sia preclusa alle sorprese di giornata. La ceca Ledecka ne ha saputo approfittare, Corinne Suter e Jasmine Flury, le rimanenti due frecce rossocrociate, ci proveranno, nella speranza di emulare Martina Schild, argento a Torino nel 2006. La svittese basa le sue speranze su un buon secondo allenamento (5° tempo) e su sci obiettivamente veloci; la grigionese spera in un riscaldamento della temperatura che potrebbe favorirla. Per capire se sul pennone olimpico sventolerà ancora la bandiera rossocrociata dovremo aspettare. Ma solo fino a domani che, Lara se lo ricordi, dopotutto è un altro giorno...