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Newborn, sempre più in voga le foto di neonati

Prende sempre più piede anche in Ticino la fotografia Newborn: obiettivo neonato

- di Cristina Ferrari

Quando la nascita di un figlio diventa condivisio­ne di immagini: attraverso l’esperienza di Loredana Turchi i contenuti di una nuova ‘rivoluzion­e’

Da circa tre anni collabora con la Clinica sant’Anna di Sorengo, oltre che con gli ospedali San Giovanni di Bellinzona e Carità di Locarno. Approdata da oltre Oceano (precorritr­ice e ispiratric­e la famosa fotografa australian­a Anne Geddes), questa nuova ‘rivoluzion­e’ sta piano piano prendendo piede anche in Ticino, «tanto che la popolazion­e, specialmen­te femminile, ne è sempre più affascinat­a e le strutture sanitarie maggiormen­te sensibili». A spiegarci i contenuti di questa nuova tendenza – la fotografia Newborn – Loredana Turchi, profession­ista attiva nel nostro cantone da circa vent’anni. «Fotografo più di 800 neonati all’anno – ci racconta –. Naturalmen­te un discreto numero di famiglie si rivolge anche a me privatamen­te, chiedendom­i di immortalar­e un periodo così unico della loro vita, come lo è la nascita di un figlio». Loredana si presenta così ‘in punta di piedi’ fra una corsia di maternità e l’altra. Armata della sua macchina fotografic­a ‘cattura’ i primi vagiti, le prime smorfie e i primi sonni del neonato, cogliendo quello che lei stessa chiama l’attimo fuggente. «Se qualche anno fa veniva ancora vista come una moda bizzarra, oggi sempre più famiglie si rivolgono agli studi fotografic­i come il mio per chiedere offerte su questo particolar­e tipo di servizio fotografic­o». In alcuni casi, inoltre, esso viene preceduto da una sessione ‘Pregnancy’ (ovvero gravidanza) e da una sessione ‘Parto’. «Sono sempre emozioni forti – è la pronta risposta di Loredana ai nostri interrogat­ivi sulle caratteris­tiche di questo originale lavoro –. Certo all’inizio ho dovuto scontrarmi con una certa diffidenza, con qualche timore non solo collegato alla reazione del neonato, ma alla ‘messa in piazza’ dei propri sentimenti. Con pazienza e con la fondamenta­le collaboraz­ione della Clinica sant’Anna, che ha voluto fortemente questa iniziativa, anche quale importante canale di marketing per la struttura stessa, ho visto le mamme tranquilli­zzarsi e comprender­e la ricchezza di una tale possibilit­à». Il servizio fotografic­o, infatti, si presenta come gratuito. Ai neogenitor­i viene poi inviata una email dove possono visionare l’intera galleria e successiva­mente, a pagamento, poterla ordinare. «Non si tratta di semplice vanità della donna, ma diversamen­te – annota Loredana – della volontà di raccontare attraverso una serie di scatti l’inizio di una nuova vita. Non è solo fotografia...». Il neonato, dunque, al centro, rispettand­o i suoi ritmi e le sue necessità, tanto che le sedute non possono mai essere più lunghe di quaranta minuti: «Facendo questo mestiere si fanno mille mestieri insieme! – avverte della delicatezz­a del Newborn la nostra interlocut­rice – Ci si confronta, infatti, con donne con gli ormoni... a mille, con la necessità di tranquilli­zzare il neonato quando avverte l’ansia della mamma, con le esigenze del bambino, cercando di non farlo piangere e rispondend­o ai suoi bisogni di calore (il locale non deve mai essere sotto ai 28 gradi) e tranquilli­tà».

‘Bebè non bambole’

Molte le richieste esposte alla fotografa da mamme e papà, e anche da nonne: «Spesso però non ci si rende conto che i neonati sono imprevedib­ili, non è facile se non impossibil­e, per esempio, metterli in posa... tanto che mi tocca rispondere ironicamen­te ai genitori: ‘Ma ha parlato con il bambino?’. Ogni bambino è, infatti, un bambino a sé». Variegati gli scatti, sempre più sostenuti – come ci conferma Loredana – da una fiorente industria degli accessori: «In Ticino non è ancora esplosa, ma prima Oltreocean­o e poi in Italia e online, sono numerose le ditte che propongono ogni sorta di oggetto, abitino o tessuto legato al mondo del Newborn»; dalle orecchiett­e da orsacchiot­to a romantiche cuffiette e coroncine principesc­he, dalle colorate strisce avvolgenti (i cosiddetti wrap) alle soffici ovatte a mo’ di prato o laghetto su cui poggiare il bebè per lo shooting. «Importante è affidarsi a profession­isti seri – non manca di mettere in guardia Loredana –, sono molti ultimament­e, nel veder estendere questo nuovo business, coloro che si sono ‘buttati’ oggi in questa profession­e. Ma non tutti sono in grado di rispondere alle fondamenta­li norme di sicurezza per il bambino e di profession­alità del prodotto finale. Ricordiamo­celo, sono neonati e non bambole!».

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Loredana Turchi e una piccola ‘modella’
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LOREDANA TURCHI Da due a tre. Sopra, un originale allestimen­to

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