Galliani resta al suo posto
Caso Argo 1, il governo conferma l’avvocata quale propria patrocinatrice: nessun conflitto d’interesse
Sentito dalla Cpi, Beltraminelli risponde, ribadisce e consegna dei documenti. La Procura: nessun funzionario prese parte a quella vacanza.
Il Consiglio di Stato ha deciso di confermare Maria Galliani quale propria patrocinatrice nel caso Argo 1, caso per il quale si è costituito accusatore privato, in particolare in relazione all’ipotesi di reato di infedeltà nella gestione pubblica, nell’ambito del procedimento penale per ora contro ignoti. La posizione della legale è stata discussa nella riunione di ieri dal governo, dopo aver appreso dai media nei giorni scorsi che l’avvocata difende pure uno dei poliziotti accusati, insieme al responsabile operativo dell’agenzia di sicurezza Marco Sansonetti, di violenza nei confronti di un giovane rifugiato a Camorino. «Ne abbiamo discusso e non ravvisiamo problemi – spiega, raggiunto dalla ‘Regione’, il presidente Manuele Bertoli –. Le due fattispecie non hanno un collegamento diretto da un punto di vista giuridico». E quindi il presunto conflitto d’interesse per l’Esecutivo non sussiste. Il governo, lo ricordiamo, attende che “si giunga ad avere una situazione consolidata sul piano penale prima di prendere decisioni di sua competenza di carattere amministrativo o disciplinare nei confronti dei funzionari coinvolti nella vicenda”, come aveva precisato a inizio febbraio. Dal punto di vista politico invece, lo stesso Esecutivo attende l’esito dei lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta, la Cpi. Commissione che proprio nella tarda mattinata di ieri ha ricevuto in audizione il consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, responsabile del Dipartimento – quello della sanità e della socialità – che nel 2014, tramite la Divisione dell’azione sociale, si era affidato con un mandato diretto e senza la necessaria risoluzione governativa all’agenzia di sicurezza di Sansonetti per la sorveglianza dei centri d’accoglienza per richiedenti l’asilo. Beltraminelli è stato sentito per un paio d’ore. Ha risposto alle domande della Cpi, alla quale ha pure consegnato dei documenti a sostegno di quanto da lui esposto. Dall’audizione non sono emersi elementi nuovi. O meglio, il capo del Dss ha nella sostanza ribadito quanto dichiarato in parlamento lo scorso marzo rispondendo all’interpellanza del liberale radicale Giorgio Galusero. Beltraminelli è tornato quindi a parlare fra l’altro dell’urgenza con cui all’epoca il Cantone è stato confrontato nel reperire alloggi per i rifugiati. Un motivo, quello dell’urgenza, considerato però dall’avvocato ed ex procuratore pubblico Marco Bertoli – il perito incaricato dal governo di approfondire alcuni aspetti legati al controverso mandato – non tale da giustificare il cambiamento di agenzia, dalla Rainbow alla Argo 1. Neppure le altre motivazioni ufficialmente addotte dal Dipartimento,
come prezzi inferiori e competenze, sono state ritenute dal già magistrato inquirente sufficientemente plausibili da giustificare il mandato alla ditta di Sansonetti. «Martedì prossimo discuteremo su come proseguire i nostri lavori», afferma, da noi contattato, il coordinatore della Commissione parlamentare d’inchiesta.
Di più il leghista Michele Foletti non dice. Non è da escludere che Beltraminelli venga sentito nuovamente dalla Cpi, magari dopo le audizioni dei funzionari che hanno avuto a che fare con la gestione del mandato ad Argo 1. Quanto al fronte penale, il Ministero pubblico, interpellato dalla ‘Regione’, fa sapere
di aver appurato, in base alle informazioni ottenute tramite i canali di polizia italo-svizzeri, che nessun funzionario pubblico ha preso parte al viaggio in Sardegna. Trovano così conferma le indiscrezioni apparse di recente sul ‘Caffè’. A quel viaggio avrebbero dunque partecipato persone vicine ad Argo 1.