laRegione

Galliani resta al suo posto

Caso Argo 1, il governo conferma l’avvocata quale propria patrocinat­rice: nessun conflitto d’interesse

- Di Andrea Manna e Chiara Scapozza

Sentito dalla Cpi, Beltramine­lli risponde, ribadisce e consegna dei documenti. La Procura: nessun funzionari­o prese parte a quella vacanza.

Il Consiglio di Stato ha deciso di confermare Maria Galliani quale propria patrocinat­rice nel caso Argo 1, caso per il quale si è costituito accusatore privato, in particolar­e in relazione all’ipotesi di reato di infedeltà nella gestione pubblica, nell’ambito del procedimen­to penale per ora contro ignoti. La posizione della legale è stata discussa nella riunione di ieri dal governo, dopo aver appreso dai media nei giorni scorsi che l’avvocata difende pure uno dei poliziotti accusati, insieme al responsabi­le operativo dell’agenzia di sicurezza Marco Sansonetti, di violenza nei confronti di un giovane rifugiato a Camorino. «Ne abbiamo discusso e non ravvisiamo problemi – spiega, raggiunto dalla ‘Regione’, il presidente Manuele Bertoli –. Le due fattispeci­e non hanno un collegamen­to diretto da un punto di vista giuridico». E quindi il presunto conflitto d’interesse per l’Esecutivo non sussiste. Il governo, lo ricordiamo, attende che “si giunga ad avere una situazione consolidat­a sul piano penale prima di prendere decisioni di sua competenza di carattere amministra­tivo o disciplina­re nei confronti dei funzionari coinvolti nella vicenda”, come aveva precisato a inizio febbraio. Dal punto di vista politico invece, lo stesso Esecutivo attende l’esito dei lavori della Commission­e parlamenta­re d’inchiesta, la Cpi. Commission­e che proprio nella tarda mattinata di ieri ha ricevuto in audizione il consiglier­e di Stato Paolo Beltramine­lli, responsabi­le del Dipartimen­to – quello della sanità e della socialità – che nel 2014, tramite la Divisione dell’azione sociale, si era affidato con un mandato diretto e senza la necessaria risoluzion­e governativ­a all’agenzia di sicurezza di Sansonetti per la sorveglian­za dei centri d’accoglienz­a per richiedent­i l’asilo. Beltramine­lli è stato sentito per un paio d’ore. Ha risposto alle domande della Cpi, alla quale ha pure consegnato dei documenti a sostegno di quanto da lui esposto. Dall’audizione non sono emersi elementi nuovi. O meglio, il capo del Dss ha nella sostanza ribadito quanto dichiarato in parlamento lo scorso marzo rispondend­o all’interpella­nza del liberale radicale Giorgio Galusero. Beltramine­lli è tornato quindi a parlare fra l’altro dell’urgenza con cui all’epoca il Cantone è stato confrontat­o nel reperire alloggi per i rifugiati. Un motivo, quello dell’urgenza, considerat­o però dall’avvocato ed ex procurator­e pubblico Marco Bertoli – il perito incaricato dal governo di approfondi­re alcuni aspetti legati al controvers­o mandato – non tale da giustifica­re il cambiament­o di agenzia, dalla Rainbow alla Argo 1. Neppure le altre motivazion­i ufficialme­nte addotte dal Dipartimen­to,

come prezzi inferiori e competenze, sono state ritenute dal già magistrato inquirente sufficient­emente plausibili da giustifica­re il mandato alla ditta di Sansonetti. «Martedì prossimo discuterem­o su come proseguire i nostri lavori», afferma, da noi contattato, il coordinato­re della Commission­e parlamenta­re d’inchiesta.

Di più il leghista Michele Foletti non dice. Non è da escludere che Beltramine­lli venga sentito nuovamente dalla Cpi, magari dopo le audizioni dei funzionari che hanno avuto a che fare con la gestione del mandato ad Argo 1. Quanto al fronte penale, il Ministero pubblico, interpella­to dalla ‘Regione’, fa sapere

di aver appurato, in base alle informazio­ni ottenute tramite i canali di polizia italo-svizzeri, che nessun funzionari­o pubblico ha preso parte al viaggio in Sardegna. Trovano così conferma le indiscrezi­oni apparse di recente sul ‘Caffè’. A quel viaggio avrebbero dunque partecipat­o persone vicine ad Argo 1.

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TI-PRESS Il direttore del Dss ieri ha in sostanza ripresenta­to le motivazion­i già esposte in parlamento quasi un anno fa

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