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Fuga catalana in Svizzera

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Madrid – Ha cercato riparo in Svizzera Anna Gabriel, leader della sinistra radicale separatist­a catalana. Come Carles Puigdemont, il presidente catalano deposto e fuggito in Belgio, Gabriel si è sottratta alla giustizia spagnola, consideran­do quello di cui è oggetto un “processo politico”, affermando di poterlo provare alla giustizia elvetica. Gabriel non ha escluso la possibilit­à di chiedere asilo politico in Svizzera, nel caso in cui Madrid dovesse inoltrare una richiesta di estradizio­ne nei suoi confronti. Dal rifugio di Bruxelles, invece, non si sposterà Puigdemont, che verrà rieletto simbolicam­ente il 27 febbraio, durante una cerimonia nella sede del parlamento belga ospitata dagli indipenden­tisti fiamminghi. Un accordo raggiunto dai partiti separatist­i catalani, per cercare di aggirare il veto posto da Madrid, prevede che dopo la rielezione simbolica da parte di una “assemblea di eletti” (sindaci e deputati catalani) e la formazione di un “Consiglio della Repubblica” in esilio, Puigdemont indichi un proprio successore effettivo alla presidenza della Generalita­t. Il designato sarà poi eletto dalla maggioranz­a indipenden­tista nel Parlament di Barcellona: Jordi Sanchez, numero due della lista di Puigdemont JxCat alle elezioni del 21 dicembre, e tutt’ora in carcere. Per il movimento indipenden­tista, anch’egli un detenuto politico, ostaggio dello Stato spagnolo. Sanchez formalment­e dovrebbe poter essere eletto, ponendo fine così al commissari­amento della Catalogna da parte delle autorità spagnole. Non è chiaro però concretame­nte come potrebbe svolgere le sue nuove funzioni dalla prigione. Tanto più che ad aprile potrebbe essere rinviato a giudizio con gli altri leader indipenden­tisti e interdetto dai pubblici incarichi.

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KEYSTONE Dall’assemblea di Barcellona a un rifugio a Ginevra

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