L’ateneo insubrico compie vent’anni
Sembra l’altro giorno quando il 14 luglio 1998 è stata inaugurata l’Università dell’Insubria di Varese e di Como. Sono però passati 20 anni. Un traguardo importante ricordato ieri a Varese nel corso dell’apertura ufficiale dell’anno accademico, occasione per fare il punto della storia dell’ateneo. Il bilancio è stato fatto dal rettore uscente Alberto Coen Porisini (il prossimo sarà nominato il 2 luglio). «L’ateneo non è più percepito come un monastero in cima alla collina – ha sottolineato –. È stato il risultato più importante, frutto di un lavoro di integrazione e collaborazione che ha visto l’ateneo e i suoi docenti uscire dal perimetro delle aule per incontrare studenti, famiglie e istituzioni nei loro luoghi di ritrovo». La conferma della bontà del lavoro svolto sta nel numero delle immatricolazioni, aumentate di anno in anno. Importante anche la decisione di diversificare la formazione di primo livello da quella del secondo e del terzo con l’obiettivo di essere maggiormente attrattivi sul territorio insubrico, che comprende anche il Ticino. Quella delle diversificazioni è stata una delle strategie di sviluppo messe in campo dall’ateneo che ha puntato su rapporti internazionali per lauree magistrali e dottorati. Gli iscritti all’università sono 11’129 di cui 592 stranieri, la metà dei quali ticinesi. Le matricole dell’anno accademico 2017-2018 sono 3’589, più 20% rispetto all’anno precedente. In venti anni si sono laureati 24’913 studenti. Un migliaio i ticinesi. Tra le lauree honoris causa da ricordare quelle allo scalatore Walter Bonatti (Scienze ambientali), a Robert Gallo, lo scopritore dell’Aids (Medicina e Chirurgia) e a Cornelio Sommaruga (Diritto internazionale). M.M.