Bertoli: ‘Il popolo ha approvato anche i Bilaterali’
Gabriele Pinoja nel suo intervento ha accusato il Consiglio di Stato di non aver partecipato in modo «proattivo» ai lavori della Commissione speciale da lui presieduta, fatta eccezione per il Dipartimento della sanità e della socialità. Accusa che non è andata giù a Manuele Bertoli, presidente del governo: «Quando non si riesce ad ottenere un risultato è sempre colpa di qualcun altro, ma vorrei ricordare che questo parlamento ha deciso di autoproclamarsi legislatore tagliando fuori il Consiglio di Stato e istituendo una Commissione ad hoc, designata come luogo in cui si sarebbe costruita l’iniziativa di applicazione. Abbiamo partecipato ai lavori, dipartimento per dipartimento, quando interpellati, e non ci siamo imposti per una questione di rispetto». Un altro aspetto che Bertoli – unico rappresentante dell’esecutivo in aula assieme a Vitta – ha voluto sottolineare, ribadendo la posizione contraria che il Consiglio di Stato prese all’unanimità, è che «le regole non possono essere fatte a piacimento. Non sono bizantinismi da giuristi, ma un organo legislativo ha il compito di varare regole affinché esse vengano poi rispettate, non per vederle messe alla prova davanti a un tribunale». Ma non solo. «Una delle vostre leggi – ha detto rivolto al plenum – ovvero la Legge sul Gran Consiglio, prevede che ciò che viene approvato debba rispettare la legalità e l’ordine giuridico costituito». Un ordine giuridico, ha ricordato il presidente del governo, che comprende anche gli Accordi bilaterali, «approvati da più voti popolari. Questi Accordi sono anch’essi a tutti gli effetti diritto superiore, e fare leggi contro la legge è largamente problematico». Detto ciò, per Bertoli il Consiglio di Stato ha fatto «tutto ciò che poteva fare, partendo da una situazione molto critica. I paletti entro i quali abbiamo dovuto stare erano molto stretti. Il Consiglio federale, all’atto di concedere la garanzia di costituzionalità all’iniziativa ‘Prima i nostri’ ha posto non pochi rilievi, e noi di conseguenza ci siamo dovuti adeguare. Abbiamo cercato di ottenere il più ampio margine di manovra – ha concluso Bertoli – ma la situazione di partenza era questa».