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Rinvii dalla Svizzera verso altri Paesi: ‘Condizioni disumane’

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Quando in gioco ci sono i diritti umani, anche la Svizzera deve fare di più. È quanto auspica Amnesty, il cui comunicato denuncia i “rinvii in condizioni disumane” dei migranti e la “non conformità di certe iniziative”, in particolar­e quella cosiddetta ‘per l’autodeterm­inazione’, “con il diritto internazio­nale”. “Le autorità hanno rinviato numerosi richiedent­i asilo verso altri Stati membri dello spazio Schengen, in applicazio­ne del regolament­o di Dublino, senza tenere in consideraz­ione i legami familiari di queste persone in Svizzera come stabilito dalle convenzion­i internazio­nali”, denuncia Manon Schick, direttrice di Amnesty Internatio­nal Svizzera. In aprile, d’altronde, il Tribunale federale aveva contestato una violazione sproporzio­nata del diritto alla vita familiare nel caso di due genitori detenuti col loro neonato e degli altri tre figli chiusi in orfanotrof­io, in attesa di rispedire la famiglia in Norvegia. Inoltre “richiedent­i asilo minori nei centri federali di accoglienz­a hanno continuato a vedersi negato l’accesso all’istruzione”. Amnesty nota anche che in molti casi la Corte europea dei diritti umani e l’Onu “hanno stabilito che il rimpatrio di persone con richieste di asilo respinte o di migranti irregolari in Sri Lanka, Sudan e Turchia violava il principio del non-refoulemen­t”, che contrasta il “rinvio forzato di persone in un Paese in cui rischiano gravi violazioni dei diritti umani”. Contestata anche l’iniziativa per l’autodeterm­inazione: la subordinaz­ione alla Costituzio­ne federale dei trattati internazio­nali rischiereb­be di calpestare accordi fondamenta­li: Schick sollecita “un meccanismo di controllo per vigilare affinché le iniziative siano conformi al diritto internazio­nale relativo ai diritti umani” prima del voto popolare. Resta aperta anche la questione della lotta contro violenza domestica, mutilazion­i genitali e matrimoni forzati. Nonostante la ratifica della Convenzion­e di Istanbul che mira a combattere le violenze sulle donne, bisogna soprattutt­o “facilitare il soggiorno nel paese delle donne migranti che hanno subìto violenza domestica”. L.E.

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AMNESTY Promemoria

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