Scoprendo Ferdinando Gianella
Ingegnere, politico, fotografo: un libro sul bleniese che realizzò la ferrovia Biasca-Acquarossa Realizzò, soprattutto in valle, un centinaio di opere. Leggendo i suoi appunti di lavoro e di vita, Valentina Cima si è addentrata nella memoria di questo per
Circa un secolo dopo la sua morte, l’ingegnere nato ad Acquarossa diventa protagonista di “Ferdinando Gianella (1837-1917) - Bleniese di multiforme ingegno”, quarto volume della collana “Impronte bleniesi”, promossa dalla Fondazione Voce di Blenio in coedizione con Armando Dadò. Il nuovo volume che uscirà in libreria il 5 marzo contiene contributi di Gianmarco Talamona, Fabrizio Mena, Letizia Fontana e Valentina Cima, che è anche la curatrice del libro. Architetta attiva in uno studio del Bellinzonese e di origini bleniesi, Valentina Cima ha risposto alle nostre domande.
Come nasce l’incontro con le opere di Gianella?
Ho trattato per la prima volta il tema al Politecnico di Zurigo, nell’ambito del mio lavoro di diploma. Sfogliando la guida di storia dell’arte mi sono accorta che diverse case erano state costruite da Ferdinando Gianella, che conoscevo solo per aver realizzato la ferrovia Biasca-Acquarossa. In quel caso avevo indagato su 4-5 sue architetture che si conoscevano all’epoca.
E in seguito ha deciso di approfondire la ricerca...
Sì. Tutto è nato dalla lettura delle agendine su cui Gianella prendeva appunti di vario genere, presenti nel ricco fondo composto anche da fotografie, piani e corrispondenza donato dalla famiglia all’Archivio di Stato. Su questi libricini annotava spesso quello che faceva; non solo informazioni di lavoro, ma anche personali e politiche. Vi si trova condensata tutta la sua esistenza fino all’ultimo anno di vita, quando la calligrafia diventa sempre più tremolante. Tale ricerca mi è servita per redigere un articolo pubblicato nel 2015 sulla rivista ‘Archivio storico ticinese’.
Che opere gli sono attribuite?
Grazie alla lettura delle agendine sono emerse più di cento opere architettoniche, in particolare case private ma anche scuole, chiese ed edifici amministrativi. Ad esempio nella zona dove sarebbe sorta la stazione ferroviaria, a Comprovasco, ha costruito la sua e altre abitazioni, nonché la chiesa. Alcune opere sono presenti anche fuori dalla Valle di Blenio, come la chiesa di Villa Bedretto, l’Istituto Sant’Eugenio e la Scuola normale femminile a Locarno. La sua principale attività si è sviluppata però nel campo delle scienze ingegneristiche, in particolare nelle misurazioni (nella foto è ritratto con il suo teodolite, ndr.), nelle opere forestali e di arginatura, nella costruzione di strade e ponti.
La più conosciuta è però la ferrovia...
È stato un grandissimo promotore delle linee ferroviarie regionali in Ticino. Entrato nel Consiglio di Stato nel 1884 e a capo del Dipartimento delle costruzioni fino al 1892, promuoveva la necessità di collegare la linea del Gottardo alle zone periferiche. La bocciatura in votazione popolare della Legge sulle ferrovie regionali, da lui promossa, è stata una delle ragioni che lo ha portato a porre fine alla sua carriera politica. Fu solo nei primi anni del ’900 che poté realizzare la ferrovia Biasca-Acquarossa. Nelle sue agendine si leggono diverse annotazioni relative a questo progetto cui teneva moltissimo.
Nella sua vita aveva anche altre passioni, come la fotografia...
Tra le passioni che testimoniano il suo entusiasmo per le nuove tecniche spicca quella per la fotografia. Ha iniziato a scattare foto per riprodurre i piani di lavoro e per documentare le sue opere. Ma le fotografie rappresentavano anche un modo per accompagnare la sua vita famigliare e in particolare per mantenere i contatti con i parenti emigrati.
La presentazione, prevista sabato 3 marzo alle 17 al Cinema Teatro di Acquarossa, sarà condotta da Stefano Bolla e Stefania Bianchi e animata da letture di Pietro Aiani.