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Una ‘seconda casa’, dove c’è chi trova... l’amore

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Un locale che ha preso vita grazie all’ambiente particolar­e che vi si respirava e tuttora si percepisce, noto – nonostante la sua longevità – per essere un posto sicuro in cui uscire. L’immagine del Temus non è infatti mai stata legata a episodi di violenza. Anzi. «Grazie all’open-air organizzat­o dal Temus ho conosciuto mia moglie Paola – ricorda Lello De Tata, storico cliente del ritrovo –, ci siamo conosciuti una sera in estate e adesso siamo sposati da quattro anni e mezzo». Detto ‘Caparezza’ per la somiglianz­a con il noto cantante italiano, De Tata è stato anche prima cliente e poi presentato­re del karaoke. «Ho iniziato ad andarci almeno dieci anni fa, intorno ai 16-17 anni – racconta –, poi dal 2014 l’ho condotto per un anno e mezzo. È un locale che va avanti perché si rinnova sempre, ma allo stesso tempo resta lo stesso degli inizi. E anche lavorarci è un’esperienza unica, ci si fa il mazzo ma ci si diverte anche tantissimo: è un bel team». «Ho sempre considerat­o il Temus come la mia ‘seconda casa’ – ci dice invece Andy, che lo frequenta dal 2001 –, ho molti ricordi e amicizie che porto nel cuore a cui il Temus ha fatto da cornice». Secondo Andy, tra i punti di forza del club ci sono la varietà della programmaz­ione («ha saputo farmi apprezzare artisti o generi musicali che mai avrei pensato»), lo staff («fa sentire il cliente come in famiglia, a suo agio») e poi un aspetto che non esita a definire «surreale»: «Un giorno puoi essere tu sul palco a cantare durante il karaoke e il giorno dopo, sullo stesso palco con lo stesso light show, ti trovi personaggi come Chris Slade, Ian Paice (Deep Purple) o i Gotthard. Questo non capita certo da tutte le parti!».

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Direttamen­te dagli anni Novanta, uno dei primi karaoke

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