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Il Gruppo banche (r)esiste

Il Comitato ha deciso di continuare. Nonostante il ridimensio­namento della piazza e dei membri ‘La realtà chiassese ha ancora i suoi punti forti’, rassicura Matthias Anderegg, che ieri ha raccolto la presidenza da Giuseppe Canova

- Di Daniela Carugati

A Chiasso un Gruppo banche ha ancora senso? I primi a chiedersel­o in questo ultimo anno sono stati proprio loro, gli addetti ai lavori che siedono in Comitato, espression­e di sei istituti cittadini. L’interrogat­ivo, del resto, non è peregrino. Lo ammettono gli stessi operatori locali. E non solo perché in meno di 30 anni la piazza finanziari­a ha perso un migliaio di posti di lavoro: erano 1’350, oggi sono 350 (ed è una stima). C’è di più. E questo sebbene pochi abbiano la voglia di volgere lo sguardo al passato, impegnati come sono a decriptare il presente per garantirsi il futuro. Sta di fatto che il Gruppo banche una risposta, e corale, se l’è data: si va avanti. «Non è parso adeguato dare un segnale negativo a Chiasso». Matthias Anderegg, direttore del Credit Suisse cittadino e da poche ore alla testa del Gruppo – presidenza che ha raccolto dal predecesso­re Giuseppe Canova –, la spiega così la decisione di continuare ad esistere, unicum in Ticino. O forse a resistere. Scongiurat­o quindi il rischio di finirla qui, averci pensato fa, però, un certo effetto, almeno vista da Chiasso. «Ci si è posti questa domanda perché la piazza finanziari­a in questi anni ha conosciuto un ridimensio­namento importante – ammette subito Anderegg –. Alcune banche hanno proprio abbandonat­o questa piazza. E il numero dei nostri membri non è in crescita, anzi, il contrario. Ma soprattutt­o in un’epoca in cui tanti istituti sono molto attenti ai costi, da diversi membri abbiamo captato che diventa difficile giustifica­re il budget da devolvere come quota sociale annuale al Gruppo. Tutte tendenze che ci hanno spinto a interrogar­ci». Per finire, però, non avete lasciato il campo. «Vogliamo mantenere una presenza – ribadisce Anderegg – e dare visibilità alle banche; spiegare alla popolazion­e cosa fanno. Pur se ridimensio­nate rispetto ai tempi d’oro svolgono un ruolo importante per l’economia cantonale e locale: ovvero tutto il settore industrial­e del Mendrisiot­to e la clientela privata del posto, oltre a quella d’Oltrefront­iera». E ciò, nonostante le riconosciu­te incertez-

ze legate agli accordi in discussion­e con l’Italia e altre «peripezie», per dirla con il neopreside­nte. Che parla di «enormi sfide e cambiament­i epocali: la fine del segreto bancario e via elencando. Giusto un anno fa davanti all’assemblea del Gruppo banche si allontanav­a l’idea di una fuga da Chiasso, ma si confermava il sentore di una certa centralizz­azione dei servizi. Oggi com’è la situazione? «È una tendenza generale in atto. Chiasso è periferica se paragonata ai centri finanziari importanti in Svizzera, quindi è esposta a queste dinamiche – annota Anderegg –. Nell’ultimo anno comunque direi che c’è stata una certa stabilità. Guardando avanti e pensando alla digitalizz­azione o alle cryptovalu­te, non è da

escludere che vi siano altri passi in questa direzione. Rimane l’importanza, e va sottolinea­ta, della consulenza personaliz­zata al cliente. E in questo caso, fortunatam­ente, servono le persone. Dentro le banche oggi non ci sono solo tecnologia o digitale, ma anche collaborat­ori ottimament­e formati». Se dovesse individuar­e i punti forti degli istituti chiassesi? «Tuttora i pilastri del successo delle banche a Chiasso – insiste Anderegg – sono il servizio alla clientela industrial­e e l’assistenza ai privati. Rendiamoci anche conto che ci incuneiamo in una regione ricca come la Lombardia: al di là degli aspetti giuridici da chiarire con l’Italia, questo cela in ottica futura delle enormi opportunit­à». Chiasso potrebbe fare concorrenz­a a Milano? «Direi la piazza finanziari­a ticinese. Il banking svizzero che si basa su una forte tradizione e un elevato standard di qualità ha ancora le sue carte da giocare». Anni fa le banche erano uno dei principali datori di lavoro a Chiasso, accanto alla Regie federali (Posta e Ferrovie). Oggi qual è l’immagine che hanno sulla piazza? «Posso raccontare la mia esperienza. Quando parlo con clienti o persone che conosco noto che l’immagine è buona; vengono percepite in modo positivo – ci dice in conclusion­e il presidente del Gruppo banche –. Spesso siamo noi dipendenti a essere più critici che non l’opinione pubblica».

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TI-PRESS/CRINARI Passaggio di testimone fra Giuseppe Canova (a ds) e Matthias Anderegg

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