Il voto elettronico nei Grigioni: non la migliore delle decisioni
Il Gran Consiglio retico ha accettato – con 98 voti favorevoli, 3 contrari e 7 astensioni – l’introduzione del voto elettronico per le votazioni e per le elezioni, siano esse federali, cantonali o comunali. Questo dando facoltà ai Municipi di decidere quale modalità scegliere per il proprio Comune. Detta così la “cosa” sembra allettante e non degna di grande attenzione. Esaminata però nel dettaglio la questione risulta ben più complessa. Anzitutto l’introduzione del voto elettronico comporta un cambiamento, non lieve, del sistema di voto che nei Grigioni (quale unico cantone svizzero) è di tipo maggioritario. Quest’ultimo prevede che ogni cittadino avente diritto di voto nel cantone si possa candidare fino al momento della votazione e prevede, qualora necessario, un secondo turno, ciò che non fa il sistema di voto proporzionale. Volendo adattare il sistema di voto vigente alla necessità dell’elettronica, si sono semplicemente mescolati (senza dichiararlo) i due sistemi. I candidati dovranno annunciarsi nove settimane prima della votazione e, in caso di un secondo turno, si dovranno nuovamente attendere nove settimane. In questo modo l’elezione del Gran Consiglio può durare, tutto compreso, cinque mesi (da marzo a settembre). Il fatto poi, che ogni Municipio possa decidere autonomamente se introdurre o no, accanto alla votazione per corrispondenza e per urna, il voto elettronico (già cosa complessa di per sé) crea disparità fra i cittadini di un comune e dell’altro. La disparità in fatto di diritti democratici potrebbe addirittura essere in conflitto con le Costituzioni cantonale e federale. Tutto ciò non è stato un tema nel Gran Consiglio grigionese che ha liquidato l’argomento in circa 90 minuti. Discusso si è prioritariamente dei benefici in termine di partecipazione al voto dei giovani e delle persone portatrici di handicap. Quest’ultimo argomento, in un cantone che per la disabilità – perlomeno motoria – fa ben poco (non un centesimo p.es. per chi ha bisogno di un trasporto interno per continuare a vivere nella propria casa!) risulta essere un alibi e neppure perfetto. Giusto sarebbe abbattere le barriere architettoniche e permettere a chi ha un handicap di vivere con gli altri e come gli altri e non necessariamente ghettizzare le persone davanti ad un computer. Questa decisione di voto elettronico infatti vuota ancora di più le strade e i ritrovi, la vita sociale in genere. Ci ricordiamo tutti quanto era bello, nelle votazioni animate, discutere (magari anche un po’ litigare) nei ristoranti. Esternato invece, in Parlamento, un certo scetticismo circa la sicurezza e segretezza del voto. Questo con riferimento ai responsabili della protezione dati nei cantoni che sconsigliano fermamente l’introduzione dell’e-Voting. Molti ancora i cantoni che, per questo, non l’hanno introdotto. Personalmente temo anche che, fra qualche anno, si farà pressione sui Comuni grigionesi al fine di passare unicamente al voto elettronico. Privando chi non dispone di un allacciamento Internet di un diritto democratico fondamentale e insostituibile. Con buona pace del Gran Consiglio, disposto a pagare (intanto) per il voto elettronico 600’000 franchi, e della nostra politica.