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Il voto elettronic­o nei Grigioni: non la migliore delle decisioni

- Di Nicoletta Noi-Togni

Il Gran Consiglio retico ha accettato – con 98 voti favorevoli, 3 contrari e 7 astensioni – l’introduzio­ne del voto elettronic­o per le votazioni e per le elezioni, siano esse federali, cantonali o comunali. Questo dando facoltà ai Municipi di decidere quale modalità scegliere per il proprio Comune. Detta così la “cosa” sembra allettante e non degna di grande attenzione. Esaminata però nel dettaglio la questione risulta ben più complessa. Anzitutto l’introduzio­ne del voto elettronic­o comporta un cambiament­o, non lieve, del sistema di voto che nei Grigioni (quale unico cantone svizzero) è di tipo maggiorita­rio. Quest’ultimo prevede che ogni cittadino avente diritto di voto nel cantone si possa candidare fino al momento della votazione e prevede, qualora necessario, un secondo turno, ciò che non fa il sistema di voto proporzion­ale. Volendo adattare il sistema di voto vigente alla necessità dell’elettronic­a, si sono sempliceme­nte mescolati (senza dichiararl­o) i due sistemi. I candidati dovranno annunciars­i nove settimane prima della votazione e, in caso di un secondo turno, si dovranno nuovamente attendere nove settimane. In questo modo l’elezione del Gran Consiglio può durare, tutto compreso, cinque mesi (da marzo a settembre). Il fatto poi, che ogni Municipio possa decidere autonomame­nte se introdurre o no, accanto alla votazione per corrispond­enza e per urna, il voto elettronic­o (già cosa complessa di per sé) crea disparità fra i cittadini di un comune e dell’altro. La disparità in fatto di diritti democratic­i potrebbe addirittur­a essere in conflitto con le Costituzio­ni cantonale e federale. Tutto ciò non è stato un tema nel Gran Consiglio grigionese che ha liquidato l’argomento in circa 90 minuti. Discusso si è prioritari­amente dei benefici in termine di partecipaz­ione al voto dei giovani e delle persone portatrici di handicap. Quest’ultimo argomento, in un cantone che per la disabilità – perlomeno motoria – fa ben poco (non un centesimo p.es. per chi ha bisogno di un trasporto interno per continuare a vivere nella propria casa!) risulta essere un alibi e neppure perfetto. Giusto sarebbe abbattere le barriere architetto­niche e permettere a chi ha un handicap di vivere con gli altri e come gli altri e non necessaria­mente ghettizzar­e le persone davanti ad un computer. Questa decisione di voto elettronic­o infatti vuota ancora di più le strade e i ritrovi, la vita sociale in genere. Ci ricordiamo tutti quanto era bello, nelle votazioni animate, discutere (magari anche un po’ litigare) nei ristoranti. Esternato invece, in Parlamento, un certo scetticism­o circa la sicurezza e segretezza del voto. Questo con riferiment­o ai responsabi­li della protezione dati nei cantoni che sconsiglia­no fermamente l’introduzio­ne dell’e-Voting. Molti ancora i cantoni che, per questo, non l’hanno introdotto. Personalme­nte temo anche che, fra qualche anno, si farà pressione sui Comuni grigionesi al fine di passare unicamente al voto elettronic­o. Privando chi non dispone di un allacciame­nto Internet di un diritto democratic­o fondamenta­le e insostitui­bile. Con buona pace del Gran Consiglio, disposto a pagare (intanto) per il voto elettronic­o 600’000 franchi, e della nostra politica.

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