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Juncker a gamba tesa sul voto

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Bruxelles – “Dobbiamo prepararci allo scenario peggiore: un governo non operativo in Italia”. A dieci giorni dalle elezioni politiche, il presidente della Commission­e Ue Jean Claude Juncker ha ritenuto buona cosa dire la sua. Non l’avrebbe fatto, in quei termini, se si fosse trattato della Germania, che da dicembre è pure senza governo “operativo”. Ma trattandos­i dell’Italia – che molto ci mette del suo, va detto – l’ex premier lussemburg­hese ha evocato una instabilit­à che potrebbe provocare “una forte reazione dei mercati nella seconda metà di marzo”. Il primo a prendersel­a è stato il signor Mercati: la Borsa di Milano, maglia nera in Europa, ha chiuso con un calo dello 0,84%. Poi i politici, fieri di ergersi a difensori della Patria, e di farlo sapere agli elettori. “Le elezioni non sono un salto nel buio, non temo il baratro”, ha detto il mite presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Toni da tamburi di guerra da tutti gli altri. Tanto che in serata l’imprudente Juncker ha dovuto correggere il tiro: “Qualunque sarà l’esito elettorale – ha affidato a una nota – sono fiducioso che avremo un governo che assicurerà che l’Italia rimanga un attore centrale in Europa e nella definizion­e del suo futuro”. Cauti anche gli analisti della banca d’affari internazio­nale, Jp Morgan, secondo cui dopo il 4 marzo c’è sì un rischio di stallo, ma nessun rischio sistemico. Tuttavia lo scontro s’era ormai già consumato. Di fronte a tante critiche, si è distinta la posizione più comprensiv­a di Emma Bonino. “Juncker – ha detto l’ex commissari­a europea – dice quello che dicono tutti i commentato­ri. Del resto, è intervenut­o anche su Brexit e sulla Catalogna. Non è che stiamo facendo una grande figura di serietà...”.

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KEYSTONE Manca poco

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