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Trenord, tra guasti e soppressio­ni

- Di Marco Marelli

Ha un costo molto pesante la soppressio­ne dei treni di Trenord. E non solo per gli utenti, soprattutt­o i pendolari che spesso arrivano in ritardo sul posto di lavoro. Trenord che ha in gestione anche il Tilo, nel 2017, ha un buco di oltre 40 milioni di euro, o meglio di mancate entrate. Buco dovuto anche al fatto che elargisce centinaia di bonus ad personam, ma solo ad alcuni dipendenti. Secondo i sindacati questi bonus sarebbero “indicati dai vertici dell’azienda”. È l’istantanea che fotografa la realtà di Trenord, società ferroviari­a posseduta al 50% da Regione Lombardia tramite la holding Ferrovie Nord Milano e Ferrovie dello Stato, alla quale il Pirellone il 10 gennaio 2015 ha prolungato senza gara – tramite una “scrittura privata” – il contratto di servizio fino al 31 dicembre 2020. Questo per complessiv­i 2,55 miliardi di euro. Un affidament­o fortemente criticato dall’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruz­ione, che nella delibera del 20 dicembre 2017 non ha ravvisato alcuna chiara motivazion­e di ‘economicit­à’ a giustifica­zione della scelta di conferire quel ricco contratto senza concorso. Il giudizio sempre più negativo dei pendolari sta nei numeri contenuti in un documento interno dell’azienda: un report che Trenord tiene segreto, ma qualcosa, si apprende, è filtrato. Un report che elenca mese per mese il numero delle soppressio­ni di convogli oltre agli indici di puntualità dei treni, le condizioni di viaggio dei vagoni e le ricadute economiche sui conti di Trenord per i “posti non offerti” (calcolati dalla stessa azienda). Il documento ‘segreto’ (ma non troppo) svela che nel mese di gennaio 2018 (quello dell’incidente di Pioltello) su 1’694 treni previsti in media da Trenord ogni giorno, si sono verificate 59 soppressio­ni totali, 86 soppressio­ni parziali e 27 locomotori sono stati sostituiti perché guasti. Il tutto, calcola Trenord, ha causato la decurtazio­ne di 5’731 posti ogni giorno (da qui i mancati guadagni). Tutto ciò è accaduto ogni singolo giorno di gennaio 2018. Fra le prime cinque linee ‘disastrate’ c’è la Milano-Como-Chiasso. Dal report esce l’immagine di una società poco efficiente, con grandi problemi di gestione, tanto da non essere in grado di assicurare gli standard previsti dal Contratto di servizio che Trenord aveva ottenuto senza gara.

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TI-PRESS A gennaio 27 locomotori guasti

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