Mensa sociale all’antipasto
È in fase di approfondimento l’idea di spostare la casetta gialla all’ex masseria di Cornaredo
Fra Martino: ‘Stiamo valutando l’aspetto finanziario’. I costi della ristrutturazione sono stimati in sette milioni di franchi.
«Stiamo preparando la documentazione richiesta dalla Città per la domanda di diritto di superficie in vista di poter procedere. Stiamo approfondendo l’aspetto finanziario». Fra Martino che, con le Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli) gestisce la mensa sociale Centro Bethlhem nella casetta gialla in zona Resega fa il punto sull’idea di trasferirla nella masseria di Cornaredo. Un’idea su cui il Municipio di Lugano ha dato il via libera di massima (cfr. articolo sotto). La mensa sociale dovrà come noto lasciare l’attuale sede, in vista della nuova pianificazione del quartiere. Ente promotore dell’idea è la Fondazione Francesco per l’aiuto sociale. La struttura necessiterebbe di ingenti lavori di ristrutturazione. Avete già una stima di quanto costerebbero? «Al momento la cifra si aggira sui sette milioni di franchi – risponde Fra Martino –. Un investimento importante, per cui è necessario fare una serie di valutazioni, in particolare sulle concrete possibilità di finanziare l’opera e poi di garantirne il funzionamento con una gestione in grado di coprire le spese e che permetta poi di ammortizzare l’ipoteca che sarà indispensabile attivare». In ogni caso, «oltre alle Acli con il loro circolo, stiamo cercando anche altri enti che potrebbero occupare gli spazi e contribuire alla gestione corrente», spiega Fra Martino. Se tutto dovesse filare liscio la documentazione, business plan compreso, per creare la piccola cittadella sociale, una sorta di impresa sociale che possa ravvivare il quartiere, dovrebbe essere pronta in aprile o in maggio, per poi lanciare una campagna di raccolta fondi. Ci sarebbe spazio per i senzatetto? «La questione è ancora da valutare – risponde Fra Martino –. Il Municipio non vuole l’inserimento di un dormitorio nella struttura. Noi non ne abbiamo mai parlato in questi termini. È uno dei vari aspetti ancora da approfondire e verificare perché il problema dell’alloggio rimane e va affrontato. Che sia alla Masseria o in un’altra destinazione».
Niente dormitorio, ‘ma il problema dei senzatetto rimane e va affrontato’
Difficile quantificare il fenomeno dei senzatetto in città e nella regione ma non si può negare la loro esistenza: chi sono queste persone? «Nella maggior parte dei casi si tratta di persone non residenti e di passaggio. Esistono anche alcuni che vengono collocati nelle pensioni. È complicato capire quanti siano e quale sia l’impatto finanziario a carico di Comuni e Cantone. È un problema che si presenta continuamente alla mensa. Come luogo di prima accoglienza, i senzatetto si rivolgono a noi per avere informazioni o suggerimenti». Dove li indirizzate? «Se si tratta di persone provenienti dalla fascia di confine suggeriamo loro di rivolgersi ai servizi presenti a Como o a Varese, in ogni caso di far capo alla propria nazione di origine. A volte riusciamo a convogliare qualcuno a Casa Astra se si liberano dei posti oppure alla comunità Emmaus di Rivera che dispone di posti letto in cambio di una partecipazione alle loro attività». Gli ecuadoregni sono ancora così tanti come qualche anno fa? «Diminuiscono per il fattore stagionale. In inverno o rientrano in Spagna o in Ecuador. Formalmente anche loro sono senza fissa dimora, pernottano nei loro furgoncini, qualcuno trova ospitalità presso privati. Hanno meno opportunità di lavoro in Ticino, partecipano ai vari mercatini anche in Svizzera interna e si arrangiano come possono».