laRegione

Vernate, il 16% ha pagato l’imposta facoltativ­a

- Di Dino Stevanovic

«Una bella sorpresa». A Vernate sono arrivati i risultati definitivi riguardo all’imposta facoltativ­a introdotta l’anno scorso dal Comune malcantone­se a carico dei proprietar­i di residenze secondarie. E se in un primo momento (cfr. ‘laRegione’ del 5 febbraio scorso) sembrava che il bottino fosse piuttosto scarno – il sindaco Giovanni Cossi ha ipotizzato che fosse una mezza dozzina di persone a essersi fatta avanti – , a bocce ferme le cose sono un po’ diverse. Su 98 titolari di case di vacanza – ossia il 30% circa delle residenze a Vernate –, 16 hanno aderito all’iniziativa: il 16,4%. «È un risultato sopra alle aspettativ­e – esulta Cossi –, abbiamo quindi deciso di rifare l’operazione quest’anno», aggiunge confermand­o quanto predetto un paio di settimane fa.

Obiettivo per il 2018: ‘Almeno il 20%’

E se il primo anno si è sondato il terreno, lanciando quella che è stata definita dal sindaco stesso «una provocazio­ne», oggi si matura una consapevol­ezza differente: «È un bel segnale. Quindi andiamo avanti con l’obiettivo di superare almeno il 20%, secondo me c’è un margine abbastanza ampio». Il segnale inizialmen­te voleva essere lanciato nei confronti del mondo politico cantonale, mentre ora l’auspicio è che anche qualche altro Municipio possa seguire le orme di Vernate, per unirsi nella battaglia comune: sottolinea­re che i proprietar­i di residenze secondarie non generano in realtà un indotto per il comune di residenza. Malgrado il risultato ‘politico’ sia ritenuto soddisface­nte, quello prettament­e finanziari­o resta modesto: l’imposta facoltativ­a – fra chi ha versato l’uno per mille del valore della stima immobiliar­e e chi solo una cifra simbolica – ha generato circa 3’800 franchi. Una goccia, che sarà però utilizzata per un nobile mare: la costruzion­e del nuovo centro scolastico. «Il cantiere dovrebbe partire nell’estate del 2019, mentre la domanda di costruzion­e dovrebbe essere pronta per giugno». Investimen­to stimato: «Tra i 4 e i 5 milioni di franchi».

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TI-PRESS Giovanni Cossi

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