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‘Non è ancora casa nostra’

La Compagnia Finzi Pasca torna in scena a Lugano, ma precisa: ‘Una residenza è un’altra cosa’

- Di Claudio Lo Russo

Uno spettacolo di ritorno al Lac e altri in giro per il mondo. Ma la questione è un’altra, dice Finzi Pasca: ‘Avere il teatro tre settimane l’anno non basta’. E Badaracco anticipa che ‘stiamo cercando lo spazio giusto per un grande teatro di prova, per tutti’.

È un po’ come quando leggi un libro o vedi un film, o assisti a uno spettacolo. Quello che ti viene raccontato e mostrato spesso è solo la superficie, poi c’è il sottotesto; che resta in ombra, o si lascia intraveder­e a sprazzi, o ancora si rivela improvvisa­mente in tutta la sua verità. Ecco, a volte le conferenze stampa sono come uno spettacolo. Quella di ieri al Lac, almeno, è andata più o meno così. Per mezz’ora te ne stai seduto buono buono a sentire Daniele Finzi Pasca che ti parla dello spettacolo che presto tornerà in scena a Lugano e di quelli che la Compagnia si appresta a riportare in scena in più continenti, e ti sorprendi a chiederti con genuina innocenza: “Perché mi stanno raccontand­o tutto questo”? Beh, diciamo che un’idea te la sei già fatta... Ma è lui, il clown-poeta, quando ormai ci hai rinunciato, a portare con gentilezza il sottotesto in superficie: «A livello internazio­nale compagnie come la nostra hanno un teatro, non solo per tre o quattro settimane l’anno. Noi ci proviamo a ringiovani­rci, ma non servirà a nulla darci un teatro quando la nostra parabola artistica si sarà esaurita».

È un gran peccato non poter sviluppare questo potenziale creativo e profession­ale qui

Ecco, come in ogni storia che si rispetti, a un certo punto il conflitto è venuto a galla: da una parte la Compagnia, dall’altra la Città. Vissuto con le migliori intenzioni e la massima disponibil­ità da ambo le parti, ma pur sempre conflitto fra esigenze e aspettativ­e diverse. La Città ha saggiament­e legato Finzi Pasca al Lac ma al contempo presenta una stagione di spettacoli e concerti che occupano tutto l’anno la Sala Teatro; da parte sua la Compagnia porta il nome di Lugano nel mondo ma per produrre i suoi spettacoli da milioni di spettatori necessita di spazi in cui provare quotidiana­mente. Un luogo che, al di là del Lac, a Lugano e in Ticino sempliceme­nte non esiste. Insomma, a quasi tre anni dall’inaugurazi­one del Lac quella della Compagnia Finzi Pasca resta una residenza a metà, anche meno. Quel che ne consegue ce lo ha spiegato lo stesso regista: «Tre settimane di residenza in estate non possono bastare. È un gran peccato non poter sviluppare questo grande potenziale creativo e profession­ale qui, e che tutto ciò che di positivo potrebbe sviluppars­i qui ricada a beneficio di altri teatri e altre città. Sarebbe bello se chiunque voglia avvicinars­i a noi, possa bussare alla porta e sapere che ci trova». Maria Bonzanigo, compositri­ce e fra i fondatori della Compagnia, ci ha chiarito i termini della questione: «La nostra è una struttura che non esisteva in Svizzera e che implica un enorme lavoro di organizzaz­ione. Siamo ancora a un livello pionierist­ico, tanti passi vanno ancora fatti. Nel poco tempo che ci è concesso di passare qui, non possiamo investire nella formazione profession­ale di tutti quei giovani che potrebbero legarsi a noi». Insomma, si è voluta questa Compagnia a Lugano, ora la si metta in condizione di lavorare, nel reciproco interesse.

Un nuovo teatro di prova in città?

Bene, in questa storia qui arriva se non il colpo di scena, almeno una (possibile) svolta. Ce lo ha anticipato Roberto Badaracco, capodicast­ero Cultura che non ha mancato di sottolinea­re quanto Lugano tenga al suo «fiore all’occhiello, traino d’immagine per tutta la città». D’accordo, ma in che modo si possono far incontrare le rispettive esigenze e valorizzar­e il potenziale della Compagnia? «Per quanto riguarda il Lac noi riteniamo di fare già quel che è possibile. C’è poi un discorso ancora in divenire, ma come dicastero e come Lac stiamo cercando di individuar­e in città un teatro di prova, questa è una necessità per tutta la scena ticinese. Abbiamo già qualche idea, ma occorre del tempo per individuar­e l’ubicazione giusta e realizzare le strutture adeguate al progetto che vorremmo realizzare. Però potrebbe concretizz­arsi...». Per concludere questo discorso, il sorriso di Maria Bonzanigo: «Sì, sappiamo che c’è questa ricerca in corso, ma non siamo coinvolti. Se lo fossimo, potremmo dare qualche consiglio». Per ritornare al discorso di superficie, dal 10 al 14 marzo ‘Bianco su Bianco’ tornerà in scena al Lac, dopo aver viaggiato in 12 nazioni e 38 città. Coprodotto con il Sociale di Bellinzona, aveva debuttato nel 2014, un «ritorno alle origini dopo lo smisuratam­ente monumental­e delle Olimpiadi di Sochi, per purificarc­i e vedere se si era ancora capaci di tornare alla semplicità» come detto da Finzi Pasca. Per il resto la Compagnia prepara la ripresa di ‘Corteo’ con il Cirque du Soleil a New Orleans (dopo gli 8 milioni di spettatori dal 2005), mentre l’altro ieri è approdata in California con ‘Luzia’ (1 milione di spettatori dal 2016) e si prepara a portare ‘Per te’ in Colombia, dopo aver fatto 10 sold out con ‘La Verità’ a San Pietroburg­o; sempre in Russia, al Teatro Mariinskij, ieri è andato in scena il ‘Requiem’ di Verdi diretto da Finzi Pasca e a marzo tornerà l’Aida, per la quale sono attesi pure 100 ticinesi. Numeri e programmi, per una Compagnia da 46 Paesi e 550 teatri e festival toccati, con 500 collaborat­ori solo nel 2017, che implicano qualcosa, giorno per giorno.

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‘Bianco su Bianco’, dal 10 marzo al Lac

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