In cerca della volta buona
Nel palmarès di Dario Cologna manca un trionfo nella 50 km: domani il grigionese può colmare la lacuna
È l’ultima carta da giocare, per la Svizzera, in ordine di tempo. La delegazione rossocrociata può congedarsi da Pyeongchang con un’ulteriore medaglia. Quella alla quale domani (dalle 6, ora svizzera) ambisce Dario Cologna nella 50 km, prova di resistenza che però nasconde molte insidie. Non è forzatamente il favorito per l’oro, tuttavia il grigionese un pensiero al titolo olimpico che ha sempre inseguito invano, è legittimato a farlo. Ripercorriamo la storia dei suoi precedenti andati a vuoto, anche per una buona dose di sfortuna: nel 2010 ai Giochi di Vancouver cadde in occasione dell’ultima curva; nel 2012 fu battuto in Coppa del mondo dallo svedese Eldar Rönning per la miseria di sei decimi di secondo; nel 2013 cadde ai Mondiali di Val di Fiemme; nel 2014 un altro capitombolo, stavolta alle Olimpiadi di Sochi; nel 2015 fu battuto al fotofinish da Sjur Röthe all’Holmenkollen.
Tracciato per attaccanti
Quattro partecipazioni alle Olimpiadi, un titolo di campione del mondo, quattro trionfi in Coppa del mondo e nel Tour de Ski, definiscono un palmarès di assoluto prestigio, ma in bacheca continua a mancare una vittoria nella 50 km, la disciplina regina del fondo. «Non mollo, prima o dopo ne vincerò una», dichiarò Cologna nel 2015 dopo essere stato battuto da Röthe, laureato vincitore dopo non una, bensì due visioni rallentate del video dell’arrivo della corsa. L’opportunità è ghiotta, e a suo favore non depone solo il credito di cui gode con la buona sorte. Dalla sua ha anche la possibilità di “fare” la gara sui favoriti della vigilia – il kazako Alexej Poltoranin e il finnico Iivo Niskinen – affrontandola in posizione un po’ defilata, per poi cercare di profilarsi con un attacco. Contrariamente a quello di Sochi, il percorso molto vallonato coreano consente allunghi di piccoli gruppi o di atleti audaci, pronti a tentare la fuga, protetta proprio dalla conformità del terreno che rende meno decisivo il vento. Insomma, il recupero di chi insegue potrebbe risultare complicato, se l’allungo dovesse essere convinto. Dalla sua, Dario Cologna ha la condizione. Skiathlon e sprint a squadre non sono andate come avrebbe voluto, ma la prova di forza della 15 km (medaglia d’oro) ne attesta l’ottima forma. Deve naturalmente anche sperare in un giorno perfetto, sotto tutti i punti di vista. Dal momento che in una distanza così lunga i giochi tattici di squadra perdono significato, il grigionese non potrà beneficiare dell’aiuto dei connazionali Ueli Schnider e Candide Pralong. Ma lo stesso vale per i suoi rivali più pericolosi.