‘Siamo in ritardo, fusione passo necessario’
Per quanto sia solo un’eventualità, il ritorno al Verbano non sarebbe un passo indietro per un giovane che ha dimostrato di avere i numeri per reggere il passo della Lna? «Sì, potrebbe anche essere considerato un passo indietro – annuisce Vitali –. D’altro canto, però, potrebbe invece portare a qualcosa di nuovo. In Ticino, lo posso dire per averlo verificato, siamo nettamente indietro. È brutto da dire, ma siamo in grave ritardo. Per colmare il gap con le realtà svizzere più importanti, dobbiamo pedalare non poco». Inevitabile, a questo punto, parlare di uno dei temi caldi (e controversi) dell’unihockey ticinese, il dualismo Vuh-Tiuh, e una collaborazione complicata da intavolare, complice una rivalità radicata. «Fosse per me, la fusione l’avrei fatta già dieci anni fa, quando ancora non ero nemmeno in grado di comprenderne il significato. La ritengo assolutamente necessaria per il bene del movimento cantonale. Non fosse che per una questione di budget. Così non si può andare avanti. Unendo le forze si potrebbero costruire strutture all’altezza, mettere in piedi un modello non al cento per cento professionistico, ma che si avvicini. È questa la linea da seguire. I giocatori devono sorbirsi tre o quattro allenamenti alla settimana, più la partita. L’impegno è già ora molto oneroso. Una struttura che sia semiprofessionistica è necessaria». Una sola, però... «Chiaramente una sola. Ci sono i numeri per una sola realtà, che possa giocarsela bene in Lega nazionale B e puntare, magari in due o tre anni, alla promozione». Nel frattempo, il Verbano è sotto 0-2 nella serie di playoff contro il Sarnen. «Il Vuh è casa mia, non ho mai perso il contatto. Appena mi è possibile, seguo la squadra. Ha disputato un ottimo campionato. Mi hanno sorpreso. A inizio stagione, senza tre linee competitive e ben definite con cui affrontare il campionato, non pensavo che le cose potessero andare così bene: molte partenze, stranieri di cui non si conosceva bene il valore... Il gruppo ha dimostrato di essere fortissimo. I playoff sono meritati. E significano salvezza, che è ciò che più conta». MEL