Servizio pubblico, torpore politico finito?
Si apprende dagli organi d’informazione di domenica 18 febbraio che il Gruppo Socialista alle Camere federali chiederà un dibattito urgente riguardo alle denunciate alterazioni da parte di Autopostale dei dati contabili determinati per i sussidi pubblici ricevuti. Dai parlamentari socialisti vengono altresì “espressi dubbi e timori anche sul programma legato alla chiusura di uffici postali”. Sempre da quanto pubblicato da “Teletext” del 18 febbraio, il Partito liberale radicale svizzero “esige lumi anche riguardo alla situazione globale attinente a Swisscom e alle Ffs”. Quindi tutto d’un tratto pare sopraggiungere uno scossone che potrebbe porre fine all’accondiscendente torpore della politica verso il modo di interpretare il mandato di servizio pubblico, portato avanti dalle ex Regie federali. La politica potrà raccontarla come vuole, ma buona parte delle responsabilità sono sue. Sul finire dei miei 25 anni quale segretario dell’“Unione federativa del personale federale e delle Aziende della Confederazione”, ho vissuto con grande apprensione, assieme a tutto il mondo sindacale, le deregolamentazioni, le liberalizzazioni, le privatizzazioni messe in atto dall’amministrazione federale, esercito compreso, e dalle Aziende della Confederazione, con gran numero di posti di lavoro persi. Prima di passare a giudizi definitivi è giusto attendere che le bocce si siano fermate. Auguriamoci comunque che tutto ciò riporti almeno in parte il concetto di servizio pubblico ai suoi valori d’origine.
Abbondio Adobati, Melide