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Rimborsi, inchiesta riaperta

Benefit del governo: la Procura riceve nuova documentaz­ione e riavvia le indagini Procedimen­to contro ignoti per abuso di autorità. Il Gran Consiglio scrive al CdS che riconosce solo le indennità con base legale.

- di Jacopo Scarinci e Andrea Manna

Rimborsi del governo, il Ministero pubblico ha ricevuto in questi giorni nuova documentaz­ione in base alla quale avrebbe riaperto il procedimen­to penale contro ignoti per abuso di autorità. Da noi interpella­to, il procurator­e generale John Noseda preferisce in questo momento non rilasciare dichiarazi­oni. La magistratu­ra inquirente riavvia dunque l’inchiesta volta a chiarire la questione dei rimborsi al Consiglio di Stato sollevata da Matteo Pronzini, deputato del Movimento per il socialismo, argomento già oggetto, in una prima fase, di un decreto d’abbandono firmato il 14 febbraio dal pg e che il parlamento aveva deciso di non impugnare. Ma questa non è l’unica novità delle ultime ore: qualcosa si è mosso pure sul fronte istituzion­ale. L’Ufficio presidenzi­ale del Gran Consiglio (Up), con una lettera inviata nella giornata di ieri, ha stoppato il governo. Sul tema delle indennità, infatti, l’unica nota a protocollo che l’Up ritiene valida è la 43/2011, ovvero quella che prevede una indennità forfettari­a di 15’000 franchi annui per ogni consiglier­e di Stato. La risposta arriva dopo che mercoledì 21, nel corso della seduta di Gran Consiglio, il governo ha spedito una missiva all’Up nella quale scriveva che, in attesa di aggiornare la Legge sull’onorario e di una ‘‘modifica di regolament­o per formalizza­re la situazione dei forfait relativi al cancellier­e’’, se l’Up non avesse avuto nulla in contrario, sul tema dei rimborsi ai consiglier­i di Stato ‘‘la prassi in vigore’’ sarebbe rimasta ‘‘immutata’’. Ebbene, l’Up ha avuto qualcosa in contrario. E l’ha scritto nero su bianco: ‘‘L’Ufficio presidenzi­ale del Gran Consiglio fa stato unicamente alla nota a protocollo 43’’ mentre per quello che concerne l’altra nota protocolla­re, quella che contiene le indennità senza base legale (vale a dire, per ogni consiglier­e, 300 franchi al mese per le spese telefonich­e, due mesi di salario extra e un dono non soggetto a imposta del valore fino a 10’000 franchi) l’Up scrive che ‘‘l’Ufficio presidenzi­ale riserva ogni altra valutazion­e a uno studio ulteriore rimanendo in attesa di altre verifiche’’. Traduzione: al momento la base legale non c’è ancora. Quindi, in altre parole, l’Up ha da una parte chiesto di temporeggi­are, dall’altra ha fatto notare come sul tema sia urgente trovare una soluzione. Anche perché, in attesa di nuovi possibili sviluppi, la sua condotta fu stigmatizz­ata dal procurator­e generale già con il decreto d’abbandono, nel quale Noseda ha rilevato che ‘‘tra il 2011 e il 2016 il governo ha adottato risoluzion­i elaborate dal Cancellier­e (e relative remunerazi­oni dei suoi membri) senza esaminare e senza controllar­e che le ripetute raccomanda­zioni del Controllo cantonale delle finanze, circa l’obbligo di approvazio­ne parlamenta­re, venissero rispettate dalla Cancelleri­a dello Stato’’. Ieri mattina, intanto, è tornato a far sentire la sua voce anche Pronzini. Il deputato dell’Mps, alla luce della lettera scritta dal Consiglio di Stato con ‘‘sfacciata arroganza’’ all’Ufficio presidenzi­ale del Gran Consiglio, ha scritto a quest’ultimo chiedendog­li ‘‘anche in consideraz­ione della mia richiesta di risarcimen­to e nel rispetto della discussion­e che vi è stata nel plenum del Gran Consiglio mercoledì 21 febbraio che si intimi al Consiglio di Stato di sospendere con effetto immediato l’applicazio­ne del contenuto della

nota a protocollo 103/2016 (quella che comprende i benefit senza base legale, ndr) mai sottoposta all’Ufficio presidenzi­ale e della nota a protocollo 43/2011 sottoposta, e approvata, nel dicembre 2011’’. Sì, anche quella ‘legale’ viene contestata da Pronzini. E il motivo è che, per il deputato dell’Mps, occorra valutare se ‘‘sulla base del suo contenuto e in particolar­e di cosa comprende e non comprende (a livello di benefit, ndr) effettivam­ente 15’000 franchi annui siano giustifica­ti o meno. Nel caso – conclude Pronzini – si dovrà ridurre l’ammontare e chiedere una restituzio­ne’’ anche per l’unica nota protocolla­re con base legale.

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Palazzo delle Orsoline

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