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Due modelli di scuola che verrà

Parlamento permettend­o, tra le altre cose da settembre in quattro sedi si aboliranno i livelli

- Di Chiara Scapozza

Il giudizio è positivo, il soggetto tutto sommato promettent­e, le critiche costruttiv­e. A dare le note finali ci penserà un ente esterno (oltre che la politica), ma intanto la maggioranz­a della Commission­e scolastica ha firmato la sua prima valutazion­e in pagella: sì, la sperimenta­zione del progetto di riforma della scuola dell’obbligo può partire il prossimo settembre. Una firma attesa dopo mesi di discussion­i che hanno permesso di allineare Plr, Ppd, Ps sulla soluzione di compromess­o. Restano invece contrari Lega e La Destra, che chiedono di bocciare il credito (relatore Sergio Morisoli). Il compromess­o della maggioranz­a a questo punto appare “blindato”: salvo colpi di scena dovrebbe reggere anche in aula, nella sessione di metà marzo, quando il parlamento si pronuncerà definitiva­mente sul credito per la fase test. Credito lievitato a 6,7 milioni di franchi, poiché per volontà della stessa Commission­e le sedi di scuola media coinvolte nella fase pilota prevista per tre anni saranno quattro anziché tre. Oltre a Biasca, Acquarossa e Tesserete, la ‘Scuola che verrà’ sarà testata anche a Caslano. Ciò permetterà di valutare due soluzioni diverse per sostituire il modello dei livelli, unanimemen­te ritenuto superato. In due sedi si testerà il modello del Decs: in tutti i laboratori la classe sarà divisa a metà secondo l’ordine alfabetico. Nelle altre due sedi invece sarà applicato il modello proposto dal Plr: nei laboratori di italiano, tedesco, matematica e scienze la classe sarà divisa in base all’attitudine degli studenti. Chi più orientato all’approccio teorico, chi più pratico. «Non si tratta di riproporre i livelli sotto un altro nome, bensì di valorizzar­e le potenziali­tà dell’allievo – spiega alla ‘Regione’ Maristella Polli (Plr), relatrice –. Del resto i ragazzi riceverann­o tutti lo stesso diploma, senza alcuna precisazio­ne riguardo al tipo di laboratori­o che hanno seguito». Per “accontenta­re” i liberali non si è andati troppo oltre? «Fin dall’inizio abbiamo ritenuto che si poteva accettare anche un modello diverso da quello proposto dal Decs – risponde Daniela Pugno Ghirlanda, relatrice per il Ps (il terzo relatore è Claudio Franscella per il Ppd) –. Al termine della fase test, sarà comunque la scuola a dire cosa funziona e cosa no – riprende Pugno Ghirlanda –. Vedremo insomma quali saranno i risultati». Ma questo doppio test ha un costo... «Tutto sommato contenuto. E poi se bisogna ottenere delle risposte, vale la pena fare la spesa». Di tutt’altro parere la presidente della Scolastica, la leghista Maruska Ortelli, per cui la maggioranz­a ha concesso fin troppo. «Si tratta di un compromess­o politico, fondato su innumerevo­li critiche e paletti – sostiene –. Per tanto così si poteva dire ‘no’ alla sperimenta­zione e concentrar­si sulla riforma».

Berger: ‘È un enorme passo avanti’

Benché rivista, la soluzione di compromess­o soddisfa anche il Dipartimen­to. «Siamo contenti che ci sia una maggioranz­a e aspettiamo evidenteme­nte che si esprima anche il plenum – commenta Emanuele Berger, capo della Divisione della scuola –. Il progetto, rispetto a quanto abbiamo proposto con il messaggio, non è cambiato, tranne per il fatto che in due sedi per quattro materie si sperimente­rà un altro modo di proporre il laboratori­o. Sarà la fase di test a dirci se, e come, i diversi modelli funzionano.

In ogni caso prendiamo atto che anche il Plr riconosce la necessità di superare quello attuale, basato sui livelli A e B». Considerat­o inoltre che laboratori e atelier consentira­nno di lavorare per diverse ore a settimana a metà classe oppure con la doppia docenza, per Berger si tratta di un «enorme passo avanti». Alla fine la fase pilota durerà tre anni. Che ne sarà dei ragazzi che termineran­no la terza sotto l’egida della ‘Scuola che verrà’? Cosa combineran­no in quarta? «La Scolastica ha deciso di istituire una Commission­e di monitoragg­io che seguirà il progetto, e semmai apporterà dei correttivi man mano. Le decisioni saranno prese cammin facendo. In corso d’opera, potrà semmai anche decidere di prolungare di un anno la sperimenta­zione per questi ragazzi».

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TI-PRESS Il credito è lievitato a 6,7 milioni

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