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Lotta alle mafie, da Boccassini a Dolci

Nuovo mandato per ‘Ilda la rossa’, coordinerà il pool reati contro la pubblica amministra­zione

- Di Marco Marelli

Se sulla carta, in attesa della pensione, Ilda Boccassini è tornata ad essere un semplice magistrato inquirente, non farà comunque un lavoro di routine. L’esperienza che in quasi quarant’anni di servizio ha maturato tra la Lombardia e la Sicilia, è un bagaglio troppo prezioso per non essere fatto fruttare, anche se per una legge voluta dal governo Renzi e molto criticata dal Consiglio superiore della Magistratu­ra, ha dovuto lasciare la Direzione distrettua­le antimafia di Milano che ha guidato per otto anni. Un lungo periodo caratteriz­zato da numerosi successi al termine di delicate indagini, che sono valse a disarticol­are numerose cosche mafiose, soprattutt­o clan della ’ndrangheta, alcune delle quali attive anche in Ticino. A conferma che dopo i soldi in riva al Ceresio sono giunti anche i mafiosi, come aveva previsto Boccassini nei primi anni Novanta. Anni in cui è arrivata spesso a Lugano per confrontar­si con l’allora procurator­e pubblico Paolo Bernasconi, in quanto entrambi impegnati nella maxi inchiesta Pizza Connection. Lasciata alle spalle la lotta alla criminalit­à organizzat­a, la magistrata già attiva in Lombardia come in Sicilia – grazie alle indagini condotte anche con Giovanni Falcone – nei giorni scorsi è stata nominata coordinatr­ice del pool reati contro la pubblica amministra­zione dal procurator­e capo milanese Francesco Greco. Reati che sempre più spesso risultano legati a doppio filo con la criminalit­à organizzat­a che grazie ai colletti bianchi ha fatto irruzione nelle istituzion­i (Comune e Regione) per accaparrar­si ricchi appalti, soprattutt­o nel settore edile. Scelta, quella di Francesco Greco, non casuale che vedrà Ilda Boccassini dar la caccia, sino al 19 dicembre 2019 giorno in cui toglierà la toga per la meritata pensione, a tangentist­i e corrotti. Mafia e corruzione i due volti opachi della stessa medaglia che unitamente all’evasione fiscale stanno affossando l’Italia. A continuare la caccia alle mafie ci penserà invece Alessandra Dolci, neoprocura­tore aggiunto, nuovo capo della Dda. Insomma una scelta nel solco della continuità essendo stata, Alessandra Dolci che ben conosce la realtà ticinese, il braccio destro di Ilda Boccassini.

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Cambio della guardia a Milano

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