Fallimenti societari, quanto ha recuperato lo Stato?
Negli ultimi cinque anni quanti fallimenti societari in Ticino sono stati promossi da enti statali (assicurazioni sociali e fisco)? È una delle domande poste al governo dal leghista Fabio Badasci che con un’interrogazione affronta il tema dei dissesti “di comodo” o premeditati. “Da piccolo artigiano – scrive Badasci – riconosco che il rischio di fallimento rientra nell’essenza stessa dell’imprenditore, poiché non tutto va sempre come previsto. È anche vero che grazie a una legislazione federale molto permissiva il nostro territorio è diventato la dimora di pseudo-imprenditori i quali usano il sistema elvetico, che si fonda sulla responsabilità e sulla libertà individuale, per i loro loschi raggiri a danno di clienti, lavoratori, creditori e istituti statali”. Peraltro se un’azienda appena costituita non versa i contributi assicurativi, questo “è un chiaro segnale di pseudo-imprenditoria”, annota ancora il parlamentare, ricordando che “già oggi lo Stato può avvalersi della procedura di fallimento senza esecuzione preventiva”. Da qui alcuni quesiti al Consiglio di Stato. Oltre a chiedere quanti siano stati i fallimenti negli ultimi cinque anni (“suddivisi per anno”) promossi da enti statali, Badasci vuole conoscere l’importo recuperato nell’ambito delle procedure rispetto “a quanto dovuto dalle società in fallimento”. E ancora: quali sono le prassi adottate dagli istituti statali nel procedere contro gli imprenditori debitori nei confronti delle assicurazioni sociali e dell’autorità fiscale? Il governo, e meglio i dipartimenti Finanze ed economia e Sanità e socialità, intendono rivedere “le prassi in materia di procedura contro i debitori di assicurazioni sociali e imposte?”. Il Consiglio di Stato “intende promuovere” revisioni legislative “in modo che a società appena costituite o appena rilevate vengano richiesti gli acconti di imposte e degli oneri sociali in materia obbligatoria, al fine di tutelare i lavoratori e lo Stato, quindi la sana imprenditoria?”. Da ricordare che all’esame della Commissione parlamentare della gestione vi è il controverso messaggio governativo sulla riorganizzazione del settore esecutivo e fallimentare.