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C’è posta per il Consiglio di Stato

Tram-Treno, il governo deve rispondere alle commission­i della Gestione e della Pianificaz­ione

- di Dino Stevanovic

Le domande – inviate pochi giorni fa – affrontano vari temi, fra cui quelli controvers­i: tracciati alternativ­i nella zona industrial­e Manno-Bioggio e prolungame­nto fino a Taverne

Quasi una cinquantin­a di domande, divise in dodici capitoli. È corposo il questionar­io che il Consiglio di Stato (Cds) ha ricevuto nei giorni scorsi da parte delle commission­i della Gestione e della Pianificaz­ione. Oggetto dell’interrogar­e, uno dei più grossi temi al vaglio del Gran Consiglio: il Tram-Treno del Luganese. «Sono domande piuttosto varie» spiega uno dei correlator­i della Gestione Daniele Caverzasio; «non sono poche – aggiunge il collega Nicola Pini –, ma il messaggio governativ­o è di carattere tecnico e finanziari­o: lascia diversi punti in sospeso che vorremmo chiarire». Fra questi, anche alcuni aspetti particolar­mente controvers­i: la possibilit­à di tracciati alternativ­i nella zona industrial­e fra Bioggio e Manno e l’ipotesi del prolungame­nto della linea tramviaria fino alla stazione Ffs di Taverne-Torricella. Il messaggio sul grosso credito che dovrebbe portare alla realizzazi­one della tratta nel 2027 è stato rilasciato nel settembre scorso. Da allora se ne occupano la Gestione, chiamata a stilare un rapporto, e la Pianificaz­ione, che dovrà dare un preavviso. La lista di domande consegnata al governo è figlia di un audit tenutosi ai primi di febbraio proprio con il Cds. Tra le questioni più importanti poste sul tavolo, quelle delle modalità e della tempistica per il finanziame­nto dell’opera. Per realizzare il collegamen­to, la Confederaz­ione metterà infatti a disposizio­ne 400 milioni di franchi, mentre il Cantone è chiamato a sborsarne 63. «Lo scopo è di non far slittare il finanziame­nto – spiega Caverzasio –, una delle domande quindi è: entro quando ritiene il Cds che debba essere approvato il credito da 63 milioni in modo da non pregiudica­re l’otteniment­o del grosso finanziame­nto?».

Caverzasio: ‘Non temporeggi­amo’ Pini: ‘Giusto approfondi­re il tema’

In quest’ottica sono da leggere pure le domande sulla zona industrial­e e sul prolungame­nto fino a Taverne: quali modifiche possono essere tollerate da Berna? Le domande riguardano però anche temi meno noti. Dalla mobilità aziendale a quella privata, dalla posizione della fermata per l’aeroporto (che sarà spostata più a nord) all’uscita terminale di Lugano, dal destino dell’attuale linea Flp fra Agno e Lugano alla capienza dei P&R di Bioggio. E se tutti sono concordi sull’importanza del progetto, diverse sono le sfumature dei due relatori nell’interpreta­zione di questo momento. «Il Cds ha fatto il suo, il messaggio è uscito in modo molto celere – l’opinione del leghista Caverzasio –.

Noi, stiamo cercando di rispettare questo ritmo per portare il tema in Parlamento in tempi rispettabi­li. Il Ticino deve dare un segnale di presenza a Berna e non temporeggi­are. Dobbiamo essere coesi e pronti ad andare avanti con il progetto. Il bene superiore di una regione che chiede una mano in tema di mobilità,

deve prevalere sugli interessi di privati». «È un argomento veramente importante, è normale ci sia attenzione. Si tratta di valutare se non vi siano dei margini di migliorame­nto – puntualizz­a a sua volta il correlator­e del Plr, Pini –, nei tempi che ci permettano di non perdere il treno dei finanziame­nti». Da noi sollecitat­o,

Pini nega che vi sia volontà di frenare: «Le domande poste riguardano una serie di elementi emersi durante l’approfondi­mento del messaggio e delle varie prese di posizione scaturite. Prima di andare in Gc dobbiamo avere risposte chiare: è una questione di responsabi­lità». Parola quindi ora al governo.

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Nicola Pini
L’aspetto dei convogli, sia sulla tratta verso Ponte Tresa che su quella verso Bioggio e Manno
INFOGRAFIC­A LAREGIONE Daniele Caverzasio Nicola Pini L’aspetto dei convogli, sia sulla tratta verso Ponte Tresa che su quella verso Bioggio e Manno

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