Per un sindaco di prossimità
A Mendrisio il Plr scalda i muscoli per la sfida con il Ppd e punta tutto su Samuele Cavadini
Canavée gremito, l’assemblea ha detto in coro ‘sì’ al ballottaggio e al candidato della direttiva allargata
Anche la Mendrisio liberaleradicale ha il suo ‘hastag’: #daiSam. L’assemblea del Plr ieri sera ha detto coralmente ‘sì’: si va al ballottaggio. E ‘sì’, ci si va con Samuele Cavadini. Tutti convinti: il 27 maggio sarà lui a vedersela con il Ppd Marco Romano. I travagli interiori sembrano essere superati, almeno a prima vista. Così Claudio Bordogna, da presidente di sala, ha subito suonato la carica del «momento storico», davanti a sé un’aula magna quanto mai gremita di delegati: «Pronti a entrare in ‘guerra’ (politica ed elettorale, s’intende)», ha esortato. Adesso la sfida ha davvero i crismi dell’ufficialità. E già il karma da ripetere che rimbalza dal centro scolastico Canavée è ‘cambiamento’. Ad incarnarlo d’ora in poi sarà, appunto, il «visceralmente momò» (per dirla con il presidente cantonale Bixio Caprara) Samuele Cavadini. L’invito lanciato da liberaliradicali giovani e di lungo corso è stato, dunque, raccolto. Sarà il viatico a un partito compatto? Chi vivrà la campagna, dirà. Per adesso ci ha pensato lo stesso Caprara a fare da motivatore. «Di liberali ce ne vogliono come l’aria buona a Mendrisio – ha chiarito subito –. Sentiamo l’esigenza di cambiare aria e avere un certo rinfresco». A buon intenditor... Sia chiaro, il primo a sapere che nel capoluogo «non è una campagna così semplice» è proprio il presidente cantonale. «Il risultato – ha insistito – dipenderà da come ognuno di voi si ingaggerà in questa sfida». Una sfida che ancora prima di consumarsi ha posto il Plr davanti a una scelta «difficile», quella fra due potenziali candidati con le carte in regola (Cavadini e il vicesindaco Samuel Maffi). A questo punto, ha ribadito il presidente sezionale Tiziano Calderari, vi è una ‘conditio sine qua non’, «il partito deve essere unito nel sostenere il candidato che proponiamo e che non deve essere (e non sarà) unicamente il candidato del Plr, ma dell’intera città, perché solo come tale potrà essere il sindaco di tutta Mendrisio e dei suoi cittadini». E di voci pronte a perorare la causa di Cavadini, ieri a Canavée, se ne sono levate non poche. «Quella che si prospetta – ha richiamato Luca Maghetti – è l’occasione di fare di Mendrisio una città moderna; di uscire dalle logiche, quasi triviali, del clientelismo. In tal senso vogliamo un rinnovamento importante». Un rinnovamento che, si è fatto capire da più parti, ha il volto di «un vero politico di milizia» a fronte di un professionista della politica come Romano. Sandro Lombardi ha poi sfoderato la carta della simpatia (dote, ha sottolineato, di cui non è fornito l’avversario). Quindi ha invitato a condurre una campagna «elegante e garbata». Anche se dai primi accenni, seppur pacati, le parole nei confronti dell’antagonista Ppd si sono già fatte pepate. A dare un consiglio ci si è messo pure Renzo Bordogna, che di ballottaggi se ne intende: 24 anni orsono patì una sconfitta dal sindaco uscente Carlo Croci («Anche se io non l’ho presa come tale»). «Dobbiamo stare assieme e avere l’appoggio degli altri partiti, far capire loro che è ora di voltare pagina», ha fatto memoria. E il primo a essere pronto a fare tesoro dei suggerimenti è proprio
Cavadini, il quale, reso l’onore delle armi a Maffi, ha tratteggiato la sua idea di sindaco. La posta in gioco, ha richiamato, «non è la Politica, è Mendrisio». Cavadini si è detto aperto al dialogo, con gli altri gruppi, l’amministrazione comunale, i cittadini. «Vorrei essere un sindaco di prossimità, non solo presente fra la gente, ma essere come e con la gente. La Mendrisio che immagino, poi, è una città giardino che attraverso la riqualifica urbana e l’attenzione al territorio dia ai suoi cittadini una buona qualità di vita. Un Comune che sogni sì la città, ma che non dimentichi che il nostro territorio è la somma di quartieri che un tempo erano indipendenti, dal forte carattere storico, culturale e comunitario». Il candidato ha mostrato di avere l’occhio sui temi – la mobilità, la fiscalità «moderata», le riforme «come opportunità» e le progettazioni regionali «come necessità» –, e la voglia di osare, declinando la sua politica al plurale.