laRegione

Prima i nostri: quanta disinforma­zione!

- Di Henrik Bang, membro della commission­e ‘Prima i nostri’ e deputato Ps al Gran Consiglio

Mercoledì 21 febbraio il Gran Consiglio ha votato sulla proposta di legge “Prima i nostri” respingend­ola a maggioranz­a. I deputati che hanno preso questa decisione immancabil­mente la domenica successiva sono stati accusati, dal noto settimanal­e, di essere degli affossator­i, menefreghi­sti irrispetto­si della volontà del popolo. Il 25 settembre 2016 il popolo ha approvato l’iniziativa “Prima i nostri!” che ha modificato la Costituzio­ne cantonale, completand­one inoltre gli obiettivi sociali elencati nell’art. 14. La procedura di conferimen­to della garanzia federale secondo l’art. 51 cpv. 2 della Costituzio­ne federale (Cost.) è avvenuta nella scorsa sessione autunnale delle Camere e questa è stata presentata dagli iniziativi­sti come una grande vittoria. Se però ci addentriam­o e analizziam­o il messaggio del Consiglio federale in merito al conferimen­to della garanzia federale concessa a “Prima i nostri” subito ci balzano all’occhio i seguenti importanti passaggi che riporto letteralme­nte: - “Alla luce dei vincoli posti dal diritto federale in relazione al contratto di lavoro e alla protezione dei lavoratori (art. 110 e 122 Cost; legge del 13 marzo 1964 sul lavoro, legge 8 novembre 1999 sui lavoratori distaccati), il margine del Cantone nell’attuare gli obiettivi dell’iniziativa in modo conforme al diritto federale è molto limitato. - Il Cantone non dispone di molto margine neanche per quello che riguarda il diritto degli stranieri, in particolar­e dall’adozione della legislazio­ne esecutiva relativa all’art.121° Cost. - Ma anche le possibilit­à del Cantone in ambito estero sono limitate: infatti può concludere trattati con l’estero solo per quel che riguarda le competenze cantonali… - Infine devono essere rispettati numerosi vincoli dettati dall’Accordo sulla libera circolazio­ne delle persone con l’Ue…”. Nel nostro paese esiste una gerarchia di leggi: quelle cantonali, quelle federali e gli accordi internazio­nali sottoscrit­ti dalla Confederaz­ione. Le prime non possono essere in contrasto né con le seconde né con gli accordi sottoscrit­ti e votati dal popolo. Sono le regole della nostra democrazia, voluta, conquistat­a e votata da noi svizzeri. Il progetto di legge proposto con l’iniziativa parlamenta­re generica per la legge d’applicazio­ne della preferenza indigena non è altro che la legge di applicazio­ne alla legislazio­ne federale in materia di persone straniere dell’8 giugno 1998 a cui è stato cambiato il titolo e sono stati inseriti tre nuovi articoli (molto fragili dal profilo legale). In poche parole, si tratta di marketing politico che non fa altro che gettare del fumo negli occhi dei cittadini. Interessan­te è riportare una parte delle conclusion­i del messaggio governativ­o, sostenuto da tutti e 5 i nostri Consiglier­i di Stato: “Come abbiamo rilevato sopra, le norme centrali del progetto, cioè gli art. 2 e 3, si pongono in contrasto con il diritto superiore.

Segue a pagina 22

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