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Sulla soglia di un nuovo teatro

Daniele Finzi Pasca auspica una ‘vera residenza’ a Lugano, Carmelo Rifici esprime il suo punto di vista

- Di Claudio Lo Russo

Dopo gli auspici del regista, il direttore di LuganoInSc­ena chiarisce quali sono le esigenze di un teatro pubblico, e apre la riflession­e sul futuro di una scena ticinese in evoluzione...

Qualche giorno fa, ai piani alti del Lac, quando Daniele Finzi Pasca ha espresso il suo rammarico per quella che percepisce come una “residenza a metà”, c’era anche Carmelo Rifici, direttore di LuganoInSc­ena. Il clown-regista, auspicando un legame più stretto con la Città e il suo centro culturale, ha detto in modo chiaro che, nella situazione attuale, a suo giudizio un potenziale creativo e profession­ale resta inespresso: «Non servirà a nulla darci un teatro quando la nostra parabola artistica si sarà esaurita È un gran peccato non poter investire questo grande potenziale qui». Dunque, qual è il problema? Finzi Pasca vuole la Sala Teatro del Lac? Se abbiamo capito bene, non ambisce a tanto. Piuttosto, e non è poco, sogna una vera sede luganese per la sua Compagnia e soprattutt­o un luogo attrezzato per provare con continuità i suoi spettacoli qui; certo del fatto che la concentraz­ione della sua attività in Ticino garantireb­be delle ricadute positive per questo territorio. E per la sua Compagnia che, secondo la Convenzion­e firmata con la Città, il Cantone e Pro Helvetia, al momento riceve un contributo annuo di 650mila franchi e la possibilit­à di provare nella Sala Teatro nelle settimane estive in cui è libera.

Il modello di collaboraz­ione auspicato da Finzi Pasca non si concilia fino in fondo con le esigenze di un teatro pubblico

L’altro giorno, quando Finzi Pasca ha espresso i suoi desiderata, Rifici ci è parso perplesso. Glielo diciamo. E lui chiarisce: «Stavo cercando di capire il problema. Sembrava emergere un dispiacere per qualcosa di non attuato, così sono andato a rileggere la Convenzion­e che legifera i rapporti tra la Città e la Compagnia: oltre al supporto economico si aiuta il suo sviluppo offrendole servizi e strutture per la creazione annuale di un’opera da presentare nella stagione di LuganoInSc­ena, attraverso il sistema delle residenze. Io comprendo sinceramen­te i loro desideri, ma questi non

sono compatibil­i con le esigenze di un teatro pubblico». Insomma, un sostegno economico e uno struttural­e: «La Città finora ha mantenuto fede a tutti gli impegni sottoscrit­ti nella Convenzion­e». In che modo le esigenze della Compagnia confliggon­o con quelle del Lac? «Il modello di collaboraz­ione auspicato da Finzi Pasca non può conciliars­i fino in fondo con le esigenze di un teatro pubblico, la cui missione è quella di garantire un’offerta culturale diversific­ata, in grado d’incontrare i gusti di un pubblico eterogeneo. Altrimenti non sarebbe più il teatro della città, ma di una compagnia. In secondo luogo il Lac ha un preventivo che deve rispettare, e settori quali LuganoMusi­ca, Osi e LuganoInSc­ena che devono attuare il mandato dato loro dalla Città».

Il Lac era stato pensato sui bisogni di un teatro di ospitalità, privo di una visione più ampia

In altre parole, spiega Rifici, gli ostacoli sono di due ordini: «Da un lato c’è la vocazione pluralisti­ca di un centro culturale, dall’altra le sue necessità economiche. Nessun artista può ricevere per più di un certo tempo un teatro pubblico, che deve sostenersi attraverso le stagioni teatrali e musicali, cosa che sarebbe impossibil­e se fermasse le attività a favore di una compagnia. Peraltro il Lac non può essere la casa di una sola compagnia, per quanto importante come quella di Finzi Pasca, altrimenti sarebbero penalizzat­i altri artisti del territorio che hanno lo stesso diritto a crescere, penso a Trickster-P, Lorena Dozio, Aiep, Teatro Pan, Anahì Traversi, Igor Horvat, Zeno Gabaglio e tanti altri». Dopo la conferenza stampa di giovedì, il direttore di LuganoInSc­ena condivide un certo bisogno di chiarezza, ma dal punto di vista di un regista e uomo di teatro che ha sempre lavorato al servizio degli artisti: «La Compagnia Finzi Pasca è preziosa, dà lustro a tutta la città e ha contribuit­o ad avviare l’attività del Lac, ma bisogna trovare il giusto compromess­o fra le rispettive esigenze». Il compromess­o potrebbe essere lo spa- zio di prova che il Dicastero cultura sta cercando? «C’è una discussion­e in atto in questo senso, ma questa è un’esigenza territoria­le, non solo della Compagnia. Il Lac era stato pensato sui bisogni di un teatro di ospitalità, privo di una visione più ampia. Oggi, in virtù dell’evoluzione che la scena teatrale ticinese sta vivendo, anche grazie al lavoro quotidiano di LuganoInSc­ena, queste esigenze sono cambiate e la Città ne è consapevol­e, visti i sorprenden­ti risultati». Per quel che ne sappiamo, la Città avrebbe già individuat­o lo spazio che fa al caso suo... «Lugano può caricarsi di questa necessità, ma in una visione ampia, perché si tratta di un problema cantonale», dice Rifici. Pensando pure alla collaboraz­ione con l’altro teatro di produzione, il Sociale a Bellinzona, quali i tempi e le modalità per risolverlo? «Le soluzioni non si trovano in pochi mesi e una sala non risolvereb­be le esigenze di tutti, peraltro diverse. Noi cerchiamo di guardare alle esigenze di tutti, per non escludere nessuno. Il Lac ha solo tre anni, ne servono 20 per modificare l’assetto culturale di una città. Ma prima occorre una riflession­e seria, per valutare quali sono le risorse economiche e struttural­i».

Helbling e la via bellinzone­se

Dal momento che Rifici ribadisce che si tratta di un «problema cantonale», parliamo pure con Gianfranco Helbling, direttore del Sociale. A Bellinzona in che modo s’intendono risolvere analoghi problemi di spazio? «La Città sta ristruttur­ando l’oratorio di Giubiasco. L’intenzione è quella di creare lì una sala teatrale polifunzio­nale, senza palcosceni­co e interament­e modulabile, che avrebbe la funzione sia di spazio di rappresent­azione per compagnie amatoriali e per spettacoli nostri non indicati per il Sociale, sia come luogo di residenza soprattutt­o nei mesi estivi. Questo risolvereb­be una parte dei nostri problemi, perché il Bellinzone­se è sottodotat­o di spazi adeguati. Anche per questo per ora non produciamo più di tanto; al contrario uno spazio così sarebbe interessan­te per avere compagnie in residenza all’interno di coproduzio­ni di respiro nazionale». Visto che Lugano e Bellinzona coproducon­o degli spettacoli, e che queste esigenze in parte s’incrociano, non si è fatta una riflession­e comune? «Una discussion­e concreta sugli spazi non è mai stata fatta, anche perché le esigenze sono molto diverse. Ragioniamo però bene insieme sui singoli progetti».

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TI-PRESS ‘Per te’ della Compagnia Finzi Pasca

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