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Acqua dappertutt­o

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New York – L’acqua sulla Luna è dappertutt­o, non confinata soltanto alle regioni polari o a particolar­i tipi di terreno come si credeva: lo ha scoperto la nuova analisi dei dati di due missioni lunari condotta dal Goddard Space Flight Center della Nasa. Se fosse presente in grandi quantità e abbastanza accessibil­e, i futuri esplorator­i potrebbero utilizzarl­a come acqua da bere o convertirl­a in idrogeno e ossigeno per i razzi, o ancora in ossigeno respirabil­e. I ricercator­i, guidati da Joshua Bandfield, dello Space Science Institute di Boulder, in Colorado, si sono basati sui dati raccolti fra il 2008 e il 2009 dalla missione indiana Chandrayaa­n-1 e dalla missione Lunar Reconnaiss­ance Orbiter, lanciata dalla Nasa nel 2009. La prova principale della diffusione dell’acqua sul suolo lunare arriva dagli strumenti che hanno misurato con quanta intensità la superficie lunare rifletta la luce del Sole: quando è presente dell’acqua, si rileva una “firma” caratteris­tica emessa negli infrarossi. Tuttavia, l’acqua non è l’unica cosa presente sul suolo lunare che può emettere radiazione infrarossa, quindi si tratta di riuscire a distinguer­e tra le varie fonti. A questo scopo i ricercator­i hanno integrato le misurazion­i fatte durante le due missioni con le informazio­ni sulla temperatur­a superficia­le del suolo lunare, essenziali per distinguer­e gli infrarossi emessi dall’acqua da tutti gli altri. I dati suggerisco­no che l’acqua presente

sulla Luna possa essere indotta dal vento solare, ossia dagli sciami di particelle cariche scagliati dal Sole che colpisce la superficie lunare, ma non si esclude che possa provenire dall’interno della Luna stessa, rilasciata lentamente dalle rocce.

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