‘Ricostruite la vostra storia, non continuate a portare un pesante macigno’
Una triste pagina della storia elvetica che la Commissione peritale indipendente (Cpi) Internamenti amministrativi sta ricostruendo, su incarico del Consiglio federale, perché il primo passo per la riabilitazione è il riconoscimento di quanto è accaduto. Da bambino collocato d’ufficio in un istituto, oggi imprenditore multimilionario, Guido Fluri ha avuto l’idea di lanciare l’iniziativa popolare ‘per la riparazione’ durante una notte di poco sonno. Ha messo la politica con le spalle al muro, permettendo di arrivare, dopo lunghe battaglie, anche ad un risarcimento delle vittime. «La rielaborazione non è finita, siamo all’inizio della ricostruzione storica, ci vorranno ancora tanti anni. Quanto è successo dovrà essere tematizzato anche nelle scuole e finire nei testi di storia». Dà coraggio a tutte le vittime. A chi teme di fare il primo passo dice: «Fatelo per quel bambino che ha sofferto ed è ancora dentro di voi, non continuate a portare un pesante macigno. In realtà, non lo lascerete mai andare del tutto, ma almeno avrete il riconoscimento dalle Istituzioni che ciò che vi hanno fatto subire era sbagliato». Un invito analogo lo fa anche Giovanni Mora nato a Locarno. Da bambino strappato alla madre e collocato d’ufficio per 7 anni all’istituto Santa Maria di Pollegio, oggi formatore di manager in pensione. «Aprire vecchie ferite può fare davvero male. Avevo vergogna, mi sentivo colpevole, non avevo fiducia nelle autorità. Avevo anche paura, inoltrare la domanda significava cercare i documenti giustificativi richiesti e confrontarmi di nuovo con il mio passato. Nessuno nella mia famiglia sapeva cosa avevo subito. Iniziai a rivedere le mie posizioni solo dopo le scuse della presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga a nome del governo (nell’aprile 2013 ndr) per il male e i torti procurati alle vittime di misure coercitive a scopo assistenziale. Questo mi diede forza e avviai la ricerca dei documenti necessari per inoltrare la richiesta per il contributo di solidarietà». In Ticino Mora ha trovato porte aperte: «L’aiuto avuto dalle autorità è stato molto utile e competente. Ciò ispira molta fiducia».