Escalation o mediazione: la scelta dei giornalisti Ats
I licenziamenti già pronunciati non saranno sospesi. Redazione riunita per decidere il da farsi.
Se conciliazione dev’essere, conciliazione sia. Ma a una condizione: che i licenziamenti (35,6 su 150 posti di giornalista a tempo pieno) siano sospesi durante il processo di mediazione. Così si era espressa la scorsa settimana in assemblea la redazione dell’Agenzia telegrafica svizzera (Ats). Era la risposta a una mossa unilaterale del Consiglio d’amministrazione. Il Cda aveva dichiarato fallite le trattative con la Commissione di redazione (CoRe) e si era rivolto all’Ufficio federale di conciliazione della Segreteria di Stato dell’economia (Seco). La CoRe aveva concesso fino a mercoledì sera ai vertici aziendali per confermare per iscritto la sospensione della ristrutturazione. La risposta nel frattempo è arrivata: nessun nuovo licenziamento durante la conciliazione, ma nemmeno passi indietro su quanto già deciso. “Una sospensione dei licenziamenti già pronunciati non è prevista legalmente”, ha dichiarato alla ‘Südostschweiz’ il portavoce del Cda Iso Rechsteiner. Ieri sera all’Hotel Bern le redattrici e i redattori dell’agenzia hanno deciso quale seguito dare alla mobilitazione. L’esito dell’assemblea straordinaria, preclusa ai media, era aperto. Una ripresa dello sciopero sembrava tuttavia poco probabile. Una comunicazione ufficiale in merito a questa o ad azioni di altro genere è prevista stamattina. Il personale dell’Ats e i sindacati syndicom e impressum hanno tempo fino a martedì per inoltrare alla Seco la loro presa di posizione. Il tema fa discutere anche a Palazzo federale. Tre partiti (Ps, Verdi e Pbd) hanno depositato altrettante mozioni. Chiedono tra l’altro alla Confederazione di creare una base legale che consenta di sostenere finanziariamente l’agenzia nel compimento del suo mandato (implicito, sin qui) di servizio pubblico. Se ne parlerà già lunedì al Nazionale nell’‘ora delle domande’. Marco Romano, presidente della Deputazione ticinese (che mercoledì ha incontrato una delegazione della redazione italiana dell’Ats), sollecita infatti Doris Leuthard. Chiede tra l’altro il consigliere nazionale Ppd: cosa intende fare il Consiglio federale per garantire in seno all’Ats pari dignità delle lingue? La Confederazione pensa di confermare l’abbonamento ai servizi dell’agenzia anche se la parità delle lingue non è più data? In una recente lettera inviata alla Deputazione, di cui ‘laRegione’ ha ottenuto copia, la ministra delle Comunicazioni evoca l’ipotesi di “creare una base legale sostenibile”, magari nella futura legge sui media elettronici, per sostenere l’Ats a più lungo termine. La direzione dell’agenzia ha annunciato l’8 gennaio una profonda ristrutturazione. I giornalisti ne contestano la portata e la tempistica. Chiedono inoltre un piano sociale più generoso di quello proposto. Uno sciopero di quattro giorni – il primo nei 120 anni di storia dell’Ats – era stato sospeso il 2 febbraio dopo che il Cda aveva accettato di intavolare negoziati.