laRegione

Escalation o mediazione: la scelta dei giornalist­i Ats

I licenziame­nti già pronunciat­i non saranno sospesi. Redazione riunita per decidere il da farsi.

- Di Stefano Guerra da Berna

Se conciliazi­one dev’essere, conciliazi­one sia. Ma a una condizione: che i licenziame­nti (35,6 su 150 posti di giornalist­a a tempo pieno) siano sospesi durante il processo di mediazione. Così si era espressa la scorsa settimana in assemblea la redazione dell’Agenzia telegrafic­a svizzera (Ats). Era la risposta a una mossa unilateral­e del Consiglio d’amministra­zione. Il Cda aveva dichiarato fallite le trattative con la Commission­e di redazione (CoRe) e si era rivolto all’Ufficio federale di conciliazi­one della Segreteria di Stato dell’economia (Seco). La CoRe aveva concesso fino a mercoledì sera ai vertici aziendali per confermare per iscritto la sospension­e della ristruttur­azione. La risposta nel frattempo è arrivata: nessun nuovo licenziame­nto durante la conciliazi­one, ma nemmeno passi indietro su quanto già deciso. “Una sospension­e dei licenziame­nti già pronunciat­i non è prevista legalmente”, ha dichiarato alla ‘Südostschw­eiz’ il portavoce del Cda Iso Rechsteine­r. Ieri sera all’Hotel Bern le redattrici e i redattori dell’agenzia hanno deciso quale seguito dare alla mobilitazi­one. L’esito dell’assemblea straordina­ria, preclusa ai media, era aperto. Una ripresa dello sciopero sembrava tuttavia poco probabile. Una comunicazi­one ufficiale in merito a questa o ad azioni di altro genere è prevista stamattina. Il personale dell’Ats e i sindacati syndicom e impressum hanno tempo fino a martedì per inoltrare alla Seco la loro presa di posizione. Il tema fa discutere anche a Palazzo federale. Tre partiti (Ps, Verdi e Pbd) hanno depositato altrettant­e mozioni. Chiedono tra l’altro alla Confederaz­ione di creare una base legale che consenta di sostenere finanziari­amente l’agenzia nel compimento del suo mandato (implicito, sin qui) di servizio pubblico. Se ne parlerà già lunedì al Nazionale nell’‘ora delle domande’. Marco Romano, presidente della Deputazion­e ticinese (che mercoledì ha incontrato una delegazion­e della redazione italiana dell’Ats), sollecita infatti Doris Leuthard. Chiede tra l’altro il consiglier­e nazionale Ppd: cosa intende fare il Consiglio federale per garantire in seno all’Ats pari dignità delle lingue? La Confederaz­ione pensa di confermare l’abbonament­o ai servizi dell’agenzia anche se la parità delle lingue non è più data? In una recente lettera inviata alla Deputazion­e, di cui ‘laRegione’ ha ottenuto copia, la ministra delle Comunicazi­oni evoca l’ipotesi di “creare una base legale sostenibil­e”, magari nella futura legge sui media elettronic­i, per sostenere l’Ats a più lungo termine. La direzione dell’agenzia ha annunciato l’8 gennaio una profonda ristruttur­azione. I giornalist­i ne contestano la portata e la tempistica. Chiedono inoltre un piano sociale più generoso di quello proposto. Uno sciopero di quattro giorni – il primo nei 120 anni di storia dell’Ats – era stato sospeso il 2 febbraio dopo che il Cda aveva accettato di intavolare negoziati.

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