Consapevolezza e curiosità
Come si sente dire sempre più spesso, non senza ragione, il mondo del lavoro è parecchio cambiato negli ultimi anni e trovare lavoro non è più facile come in passato. Per i giovani che si avviano verso la conclusione del percorso scolastico, diventa perciò oltremodo importante potersi avvicinare alla dimensione professionale per tempo e con cognizione di causa. Con curiosità, certamente, perché c’è tanto da scoprire in ogni campo e la professione scelta deve tener vivi interessi e passioni. Ma soprattutto con consapevolezza, perché l’entusiasmo iniziale deve anche reggere nel tempo, permettendo (…)
Segue dalla Prima (…) così di attraversare indenni le sfide e i momenti difficili che prima o poi ognuno di noi si trova inevitabilmente a dover affrontare nel lavoro e più in generale nella vita. Espoprofessioni, unitamente ad altre iniziative messe in piedi dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) per il tramite della Divisione della formazione professionale e dell’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale, ha lo scopo di permettere ai giovani di avvicinarsi con serenità e per tempo a un mondo importante, quello del lavoro, che forse oggi a tanti giovani pare essere più distante e procrastinabile di quanto non sia in realtà. Il nostro lavoro in questo ambito è mirato a stimolare, sostenere e accompagnare i nostri ragazzi nelle loro scelte, al fine di traghettarli progressivamente dal mondo della scuola, che ha come scopo quello di formare dei cittadini consapevoli e fornire delle competenze volte a rendere ognuno autosufficiente nell’apprendimento, al mondo adulto delle professioni. Questo, concedendo ai nostri ragazzi le migliori chances possibili di trovare una strada che possa condurli verso il futuro professionale più consono possibile alle aspettative e potenzialità di ognuno, un percorso che si spera possa essere ricco di soddisfazioni. Lo Stato investe parecchio, a giusto titolo, in termini di risorse umane e finanziarie sull’informazione indirizzata ai giovani che si affacciano sul mondo del lavoro. Sottolineo il termine “investe”, proprio perché è a vantaggio di tutti, dei ragazzi e della società nel suo complesso, che i nostri ragazzi possano trovare una sistemazione appropriata e quantomeno dignitosa che permetta loro di guadagnarsi un’autonomia e una sicurezza anche finanziaria, senza dover poi magari dipendere dallo Stato, cadendo nelle maglie della disoccupazione o dell’assistenza. Un recente studio commissionato dal mio Dipartimento con il supporto del Dss e condotto dal Centro innovazione e ricerca sui sistemi educativi della Supsi ha messo in luce come i giovani che attualmente beneficiano di aiuti sociali nella maggior parte dei casi non hanno un diploma di studio di livello postobbligatorio e provengono da contesti familiari economicamente, a volte anche socialmente, molto svantaggiati. In tal senso è fondamentale comprendere che l’investimento in una scuola obbligatoria e in formazioni postobbligatorie di qualità, in grado di accogliere ognuno là dove si trova e, partendo da lì, accompagnare ognuno il più lontano possibile, significa investire in una società più equa e giusta, in grado di garantire un’equa uguaglianza delle opportunità di partenza e valorizzare così il potenziale dei nostri ragazzi anche al momento del loro ingresso nel mondo del lavoro. E questo a beneficio di tutti noi.