La dignità di un mestiere
Il sistema formativo elvetico e il ruolo delle Scuole specializzate superiori, una realtà in crescita Un modello inserito nella cultura della professionalità, come afferma Manuela Del Torso, presidente del Collegio direttori Sss
C’è un mondo, là fuori, operoso e orgoglioso. Che rappresenta la spina dorsale del Paese perché non teme di sporcarsi le mani pur di creare ricchezza. Diffusa. È il mondo delle professioni, fiore all’occhiello della Svizzera e figlio di quella “dualità” formativa invidiata da mezzo pianeta. Ragazze e ragazzi che apprendono un mestiere, con dignità e orgoglio, senza per questo rinunciare a salire la scala elitaria che aggiunge soddisfazione a soddisfazione, prestigio a prestigio. Quel mondo è ben rappresentato dalle dodici scuole specializzate superiori (Sss) attive in Ticino. «Una realtà importante che a volte sfugge all’attenzione del grande pubblico» commenta Manuela Del Torso, presidente del Collegio dei direttori delle Sss. Domani, 6 marzo, sarà possibile conoscere più da vicino quest’ampia paletta formativa grazie alla tavola rotonda organizzata nell’ambito di Espoprofessioni (alle 18, a Lugano) con la partecipazione di Mauro Dell’Ambrogio, segretario di Stato.
Signora Del Torso, come mai queste scuole? Da cosa nascono?
Sono nate per dare la possibilità agli apprendisti di arrivare a un alto livello professionale. Non solo in termini salariali, e parliamo di quelli versati nell’ambito terziario, ma anche per una questione di prestigio. Il sistema duale elvetico, così pregiato, valorizza le professioni non solo perché affianca la scuola all’esperienza pratica. Basta dare uno sguardo alla posizione svizzera nella classifica mondiale sull’innovazione: è al primo posto davanti a Danimarca e Svezia. E gli apprendisti svizzeri sono sui gradini più alti.
Un buon sistema di formazione che offre tecniche adeguate?
Certo, un risultato frutto anche di una vera e propria cultura della professionalità. La formazione per noi, per i genitori svizzeri, significa mandare un ragazzo a fare l’apprendistato non perché scelta di secondo livello. Non è un ripiego. Al contrario. Si fa quella scelta con orgoglio. Ed è questo che ci garantisce i risultati mondiali sopraccitati. C’è un valore, spesso non considerato abbastanza.
Bravi, appassionati e disposti a crescere ancora...
Infatti. Possono accrescere le conoscenze per inserirsi nei quadri dirigenziali, a livello terziario, anche senza aver frequentato l’università, ma grazie a un curriculum che valorizza la competenza pratica.
Con un percorso scolastico più lungo
rispetto agli studenti universitari?
Direi proprio di no. Perché si può conseguire un attestato federale di capacità come laborista in biologia, in tre anni dunque senza maturità, e poi frequentare la Sss per altri tre anni. Questo percorso raggiunge il “livello 6” del quadro nazionale delle qualifiche professionali, lo stesso livello di Bachelor.
Cosa distingue queste scuole dalla Supsi, anch’essa professionale?
La grande differenza è che il percorso accademico Supsi accentra formazione, sviluppo e ricerca in un unico polo, dove tutto confluisce. Il sistema terziario professionale è invece orizzontale, dove il sapere viene elaborato all’interno delle scuole ma anche del mondo del lavoro, creando così una piattaforma dinamica. Le organizzazioni del lavoro partecipano anche a ricerca e sviluppo. Questo ci permette di essere molto più concreti e dunque più applicabili. Le faccio un esempio.
Prego.
Noi abbiamo in Svizzera un attestato federale di capacità per il custode di un immobile modulato su due o tre anni. Le conoscenze trasmesse tengono conto delle nuove esigenze tecnico-ingegneristiche che permettono di contare su professionisti capaci di gestire sistemi di riscaldamento molto complessi e di ultima generazione. Questa è cultura della professionalità e, al contempo, ricchezza per il territorio.