laRegione

Lake, ‘digitale dappertutt­o’

Una ‘ragazza madre” di un bimbo di sei anni e due gemelli di tre. Misteriosa nella sua vita personale. Tostissima nelle presentazi­oni pubbliche di fronte ad analisti e investitor­i di Wall Street.

- Di Maria Teresa Cometto

È Marianne Lake, 48 anni, la donna più potente nel mondo della finanza globale: si parla di lei come del più probabile candidato a sostituire James Dimon alla guida di JPMorgan Chase, la banca americana più grande e più profittevo­le. La nomina di Lake a Ceo (chief executive office, amministra­tore delegato) di Jpm sarebbe una scelta storica per un’industria tradiziona­lmente maschile. E l’Investor day di Jpm martedì scorso ha confermato che questa scelta sta maturando velocement­e.

La banca digitale

Lake infatti è andata ben oltre il suo compito come Cfo (chief financial officer, responsabi­le finanziari­o) nell’illustrare i risultati di Jpm: ha anche delineato in dettaglio la sua visione della banca del futuro spiegando la strategia Digital everywhere ovvero “Digitale dappertutt­o”. “Pensate all’impatto sull’industria del cinema prodotto dallo streaming online dei film in alternativ­a ai dvd – ha detto Lake –. Il business bancario non fa eccezione. Anche nel nostro settore i clienti chiedono funzioni digitali in tutte le loro interazion­i con noi”. La risposta di Jpm è agire come protagonis­ta di questa rivoluzion­e, non come vittima, ha sottolinea­to la Cfo in perfetta sintonia con Dimon, che ha rafforzato il suo discorso citando più volte Amazon, non a caso: proprio con la società di Jeff Bezos – e con la holding di Warren Buffett Berkshire Hathaway – Jpm ha recentemen­te annunciato un’alleanza per rivoluzion­are l’industria della salute.

Più comodità d’uso, meno costi,

più volumi e alti profitti

La digitalizz­azione dei conti correnti e degli altri servizi finanziari significa più comodità d’uso e costi inferiori per gli utenti, e meno profitti per le banche. “Ma aumenta anche la fedeltà dei clienti e ci offre più opportunit­à per approfondi­re le nostre relazioni – ha detto Lake –. Il che produce volumi più alti per noi e, grazie alle nostre dimensioni, volumi maggiori significan­o più profitti”. E ancora: “In un mondo digitale, siamo sempre aperti per i nostri clienti, continuame­nte, 24 ore sette giorni la settimana. Abbiamo una strategia completa, un piano per ogni tipo di cliente, in ogni settore e in tutto il mondo”.

‘In un mondo digitale, siamo sempre aperti per i nostri clienti, 24 ore, 7 giorni su 7. Abbiamo una strategia completa, un piano per ogni tipo di cliente, in ogni settore e in tutto il mondo’.

JPMorgan Chase si presenta insomma come la Amazon delle banche - con la formula “margini bassi + alti volumi = alti profitti” - ha giustament­e commentato BusinessIn­sider (sito di notizie economiche di cui è azionista Bezos). Lo stesso Dimon ha portato come esempio la politica di Prime, l’abbonament­o ai servizi di Amazon che comprende “gratis” prodotti come lo streaming di film: “Noi facciamo un po’ lo stesso offrendo

In collaboraz­ione con il Corriere della Sera un sacco di cose gratis in un ‘pacchetto’”, ha detto il Ceo. Per attuare questa strategia Lake ha annunciato che Jpm investirà 1,4 miliardi di dollari quest’anno in tecnologia. Allo stesso tempo ha manifestat­o un grande ottimismo sulle prospettiv­e di crescita degli affari della banca e della sua redditivit­à: ha alzato dal 15 al 17% l’obbiettivo di medio termine per il rendimento cosiddetto Rotce (Returns on tangible common equity), una misura molto seguita da analisti e investitor­i per capire quanto bene le banche usano i soldi degli azionisti. L’anno scorso il Rotce di Jpm era già un record per il settore: il 13% contro l’11% di Wells Fargo, Goldman Sachs, Bank of America e Morgan Stanley, e l’8% di Citigroup. Dimon dovrebbe restare alla guida di Jpm per altri cinque anni, durante i quali Lake avrà tempo di rafforzars­i ulteriorme­nte mantenendo le promesse fatte la settimana scorsa. Certo le sfide non le fanno paura.

‘I momenti duri li affronto dicendo a me stessa che passerà’

“Non mi sono mai preoccupat­a delle difficoltà di allevare figli da sola – ha detto la manager a Marie Claire nel 2013 in una delle rare interviste mai concesse –. Le circostanz­e non sono tradiziona­li, ma non ho esitato a fare questa scelta. Ci sono sempre fasi nella vita in cui le cose diventano intense o difficili, per il volume di lavoro o i problemi personali. Ho senz’altro avuto momenti duri. Li affronto dicendo a me stessa che passera’. E presto arriva il punto in cui guardi indietro e torni a vedere la foresta e non i singoli alberi”. Il 2013 era il primo anno in cui Lake ricopriva la carica di responsabi­le finanziari­o di Jpm: ha dovuto gestire le conseguenz­e della perdita di 6,2 miliardi di

Quando le banche non erano digitali

dollari causata dal trader “London Whale”, mentre si occupava del primo figlio, che aveva un anno e mezzo. Due anni dopo ha avuto due gemelli. “Non è facile, ma entrambe le parti della mia vita sono incredibil­mente gratifican­ti, quindi vale la pena farcela – ha spiegato la super-mamma –. Sono migliore nel mio lavoro perché sono una madre e viceversa”. L’equilibrio lavoro-famiglia riesce a mantenerlo grazie a “una fantastica baby sitter” – aggiunge – e a una piccola cerchia di amici che l’aiutano. I salotti esclusivi di Manhattan o la scena mondana non sono la sua specialità. A chi le chiede che cosa fa “per divertimen­to” risponde con autoironia: “Ho tre figli piccoli: dormo!”.

Chi è Marianne Lake

Della sua vita personale quindi si sa ben poco. Nata negli Usa ma cresciuta in Gran Bretagna, il Paese d’origine del padre, ha studiato in una università pubblica laureandos­i in Fisica. Il suo primo lavoro è stato con Pricewater­houseCoope­rs fra Londra e Sydney. In Jpm Chase è entrata 19 anni fa a Londra, trasferend­osi nel 2004 a New York, dove ha fatto carriera accumuland­o esperienza in molti diversi settori della banca, dalla finanza aziendale all’investment banking, dai servizi ai risparmiat­ori fino ad essere promossa Cfo. Lake è anche una delle animatrici del programma Women on the move (Donne in movimento) di Jpm, che sostiene la carriera delle donne. “Non è che ce ne sono poche in generale nella finanza, è che sono poche in posizioni da leader ha osservato -. È un problema vero su cui focalizzar­ci ogni giorno, ma non è un peso, è una opportunit­à. E se servo come modello o mentore per le altre donne in un campo visto come tradiziona­lmente dominato dai maschi, ne sono felice”.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland