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Rifiuti, regole da rivedere

I gambarogne­si bocciano alle urne le scelte del Consiglio comunale

- Di Serse Forni

Il referendum raccoglie il 62 per cento dei voti. Soddisfatt­o il promotore Cleto Ferrari. Perplesso il sindaco: ‘Le leggi superiori vanno rispettate’.

Il referendum contro il nuovo regolament­o rifiuti in Gambarogno è stato accolto. Ieri dalle urne è scaturito un “no” alle scelte del Consiglio comunale che – per l’ennesima volta – dovrà chinarsi sulla questione e rivedere alcuni punti legati alla tassa sul sacco. Il risultato in cifre: 2’155 votanti (circa il 60 per cento del totale degli iscritti); i “sì” sono stati 781 (38 per cento), i “no” 1’337 (62 per cento); 35 le schede bianche, 2 quelle nulle. In 2’066 hanno votato per corrispond­enza. Il referendum, promosso dal gruppo “Per Gambarogno”, mirava ad alcune sostanzial­i modifiche. Prima fra tutte la non entrata in vigore della tassa sul sacco fino al giugno del 2019 (data ultima imposta dal Cantone ai Comuni per adeguarsi al nuovo sistema); inoltre il grado di copertura dei costi per la raccolta e lo smaltiment­o dovrà limitarsi al 70 per cento e il restante 30 per cento andrà coperto con le imposte comunali. Il commento di Cleto Ferrari (per Gambarogno), promotore del referendum: «Il risultato non era scontato – afferma –. Avevamo tutti i partiti contro con, in prima fila, la nuova Lega a difendere la politica delle tasse del suo ministro. Ringraziam­o chi ci ha dato fiducia. Ora ci adopererem­o per abbassare le tasse e non solo quelle dei rifiuti. Con questo referendum abbiamo promosso il principio che qualsiasi aumento di tasse non sarà più di competenza del Municipio, ma a decidere sarà chi è chiamato alla cassa, ossia il cittadino».

‘Democrazia strapazzat­a’

Sull’altro fronte il sindaco Tiziano Ponti, che non nasconde una certa delusione: «Il referendum si è basato su argomenti assurdi e su proposte irrealizza­bili. Così facendo è stata strapazzat­a la democrazia». Ponti ribadisce un concetto semplice: l’introduzio­ne della tassa sul sacco è imposta da leggi federali e cantonali che i Comuni non possono disattende­re. Quindi abbassare le tariffe o modificare il tasso di copertura potrebbe risultare impossibil­e. «Anche sul costo dei sacchi non c’è margine di manovra: è deciso dal Consiglio di Stato con minimi e massimi che poi valgono per tutti». Senza dimenticar­e che il regolament­o va esaminato da Mister Prezzi prima di entrare in vigore. Insomma, il Consiglio comunale lo rivedrà, ma l’impression­e è che non vi siano molte scappatoie. Infine Ponti ricorda che scaricare sulle imposte comunali il 30 per cento dei costi dei rifiuti va a vantaggio dei numerosi proprietar­i delle residenze secondarie, che non sono contribuen­ti gambarogne­si.

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TI-PRESS Tassa sul sacco da metà 2019

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