laRegione

Giardinier­i, le sfide del mercato

Concorrenz­a (anche sleale), leggi vigenti e ditte multiservi­zio: ‘Profession­e minacciata’

- Di Stefano Lippmann

In assemblea a Mezzana, i membri di Jardinsuis­se Ticino hanno evidenziat­o i problemi che deve e dovrà affrontare l’intera categoria

Prato ‘inglese’, terreno più o meno decorato, folta presenza di aiuole o semplice manto erboso. Piante, arbusti, semplici fiori. Ma pure installazi­oni paragonabi­li a vere e proprie opere d’arte. Offre mille possibilit­à di fantasia (e di cura) un giardino. Ma si sa, spesso chi non dispone delle conoscenze e dell’esperienza giuste rischia di combinare pasticci. Lo sanno bene i giardinier­i di Jardinsuis­se Ticino, l’associazio­ne di categoria che si è riunita per l’86esima assemblea ordinaria, il 28 febbraio, al Centro profession­ale del Verde di Mezzana. Una categoria, quella dei giardinier­i, ben conscia di essere messa a dura prova da vari fattori. Elementi ripercorsi dal presidente della sezione ticinese Mauro Poli durante i lavori assemblear­i. A partire da un semplice dato, un ‘censimento’ delle ditte presenti sul territorio ticinese: circa 400 quelle iscritte all’albo Lia. Contando una popolazion­e, quella ticinese, di circa 254mila abitanti, «il conto è subito fatto – spiega il presidente –: una ditta ogni 885 abitanti». Il numero di ditte impegnate nel settore, se confrontat­e con la superficie totale cantonale, «togliendo le zone boschive, le montagne, le valli discoste e concentran­doci sulle regioni agglomerat­e» rende ancor più l’idea: «Una ditta per meno di 3 chilometri quadrati» di superficie da poter ‘lavorare’. Nel Mendrisiot­to la presenza pare essere ancora più rimarcata. Una semplice ricerca sull’elenco telefonico, alla voce “giardini, costruzion­e e manutenzio­ne” dà ben 52 risultati possibili. È folta la presenza di giardinier­i sul suolo cantonale, senza aggiungere le 26 ditte estere iscritte all’albo degli artigiani. Ma questa, per Mauro Poli, «è soltanto la punta di un iceberg, perché la nostra profession­e è minacciata da altre problemati­che».

Lavoro nero, ‘erbaccia’ da estirpare

Quattro quelle individuat­e chiarament­e dal presidente di Jardinsuis­se Ticino. La prima: «Le ditte multiservi­zio che provvedono alla manutenzio­ne di giardini di stabili abitativi o uffici». La seconda si riferisce invece alle regolament­azioni in vigore, ovvero le «leggi dell’edilizia che fissano tetti massimi di prezzo per la realizzazi­one di opere da costruzion­e». Altra minaccia, secondo Mauro Poli, sono i «selvicolto­ri in cerca di lavoro, che irrompono nella costruzion­e di giardini». Infine, quella che viene definita la «ciliegina sulla torta», ovvero il lavoro in nero. «Un furgone, un tosaerba e... via a cercare clienti – commenta il presidente –. Prima il parente prossimo, il vicino di casa, poi l’amico del vicino e così di seguito». Fino ad arrivare all’epi-

logo: «Tanti clienti persi». Si tratta di persone che «ovviamente non sono profession­isti del verde, di persone senza alcuna conoscenza tecnica, bravi a fare una concorrenz­a sleale con prezzi molto bassi». Non usa giri di parole Poli, nel citare questo tipo di attività che si insediano sul territorio: «Ditte o pseudo tali che fanno sì che la nostra profession­e sia considerat­a una profession­e di ripiego». A dar manforte alla tutela della profession­e, potrebbe esserci la «scricchiol­ante» Lia, la già citata Legge sulle imprese artigianal­i. Uno strumento che, da quando è entrata in vigore nella primavera del 2015, ha fatto diminuire “del 20% le notifiche di distaccati e indipenden­ti di ditte straniere che operano sul nostro territorio e questo a vantaggio di quelle locali». Dovesse essere abrogata la Lia, ha commentato infine Poli, «ritornerem­o in breve tempo a un disordine caotico e questa volta, probabilme­nte, ne usciremo con le ossa rotte».

 ?? TI-PRESS ?? Categoria da tutelare
TI-PRESS Categoria da tutelare

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland