È davvero un giorno nero
Il Lugano perde Brunner, Chiesa e Bürgler. ‘Ciò ha avuto un peso, ma non è stata la causa principale del ko’. Oggi c’è la rivincita.
Davos – Oltre al danno la beffa per il Lugano, che dalla Vaillant Arena se ne esce con una sconfitta (ai rigori), e con tre brutte gatte da pelare. Il bilancio è pesante: per Chiesa, Brunner e Bürgler, tutti costretti a gettare la spugna a partita in corso, la stagione è finita a Davos. È questo, salatissimo, il conto di un sabato sera che più nero non si può per il Lugano, che perde la prima delle due sfide ravvicinate col Davos, che potrebbero anche essere solo il preludio dei quarti di finale dei playoff. Stasera si replica, a ruoli invertiti, con il Lugano, ormai certo di terminare quarto, chiamato al riscatto. Perché, altrimenti, un nuovo passo falso, oltre a ufficializzare l’abbinamento tra ticinesi e grigionesi nei quarti di finale, garantirebbe agli uomini di Del Curto il miglior approccio psicologico alla serie. «Perdere non fa mai piacere – sottolinea un deluso Alessio Bertaggia –. A condannarci sono stati i dettagli. Non abbiamo commesso grossi errori, ma a sufficienza per permettere all’avversario di metterci sotto». Quanto ha inciso l’uscita di scena di Chiesa e Brunner già nel corso del primo tempo (a cui poi, nel finale, si è aggiunta pure quella di Bürgler)? «Sicuramente un loro peso l’hanno avuto questi infortuni. Ma non sono stati la causa principale della sconfitta. Il risultato finale è la somma di tanti piccoli errori. Ne abbiamo commessi un po’ tutti, a cominciare dal sottoscritto: sul primo gol degli avversari ho indugiato nel cambio...». Oggi si replica: cosa occorrerà fare o evitare per restituire lo sgarbo agli uomini di Del Curto? «La partita della Vaillant Arena ha dimostrato che il Davos è un’ottima squadra. Ma ha pure detto che non è imbattibile: per venirne a capo alla Resega e chiudere in bellezza la stagione regolare sarà comunque indispensabile correggere quelle imprecisioni che ci sono costate la sconfitta. Dietro, Elvis (Merzlikins, ndr) ha fatto cose egregie, ma non sono bastate per evitare la disfatta. E questo fa male: playoff o regular season che sia, una sconfitta è sempre una sconfitta; non è mai bella da digerire». A fargli eco è Ireland, che punta il dito sulle «troppe occasioni non sfruttate, come i due minuti giocati a 5 contro 3. Non siamo stati sufficientemente freddi sotto la porta avversaria. No, decisamente questa non è stata una delle nostre migliori partite; non eravamo pronti come avremmo voluto, né dovuto...». Perdere due pedine come Brunner e Chiesa subito in avvio non è certo stato il miglior modo di iniziare il confronto... «Ovviamente. Ma d’altro canto la loro uscita di scena ha dato la possibilità ad altri giocatori di ritagliarsi più spazio sul ghiaccio – evidenzia l’allenatore del Lugano –. Ed è innegabile che, con una panchina corta come la nostra, quando vengono a mancare due giocatori, alla lunga le energie vengono meno al resto della squadra».