Rimborsi, adesso le audizioni
La Sottocommissione ‘finanze’ sentirà domani il governo e l’ex cancelliere dello Stato Gianella Bacchetta-Cattori: dalle carte interrogativi che porremo all’Esecutivo e a Gianella
Scattano le audizioni da parte del parlamento sulla faccenda dei rimborsi forfettari e dei benefit privi di base legale che i governi delle ultime legislature hanno riconosciuto ai propri membri. Domani mattina la Sottocommissione della Gestione che si sta occupando del dossier sentirà una delegazione del Consiglio di Stato e l’ex Cancelliere Giampiero Gianella, al quale nei giorni scorsi l’Esecutivo ha chiesto di restituire i due mesi di stipendio percepiti quando era già al beneficio della pensione. Questo il programma per i prossimi giorni che si è data la Sottocommissione ‘finanze’, chiamata la settimana ventura a riferire in Gran Consiglio di quanto scaturito dai propri approfondimenti sull’affaire rimborsi. Coordinata dal deputato del Ppd Fabio Bacchetta-Cattori, la Sottocommissione è tornata a riunirsi nel pomeriggio di ieri per un paio d’ore. «Oltre a pianificare le audizioni – dice Bacchetta-Cattori contattato dalla ‘Regione’ –, abbiamo esaminato la documentazione che avevamo chiesto. Ovvero la relazione del Controllo cantonale delle finanze e quella stilata dal segretario generale del Gran Consiglio Gionata Buzzini e dal consulente giuridico del parlamento Tiziano Veronelli». Sotto la lente dei commissari anche «alcuni documenti contabili e altre carte relative sempre alla questione dei rimborsi spese». Dall’esame sono emersi aspetti che «sollevano interrogativi» riguardanti «la legalità e la correttezza contabile». Interrogativi che «sottoporremo al governo e a Gianella». Quelle dell’Esecutivo e del già cancelliere dello Stato sono al momento le uniche due audizioni decise dalla Sottocommissione prima di martedì 13, secondo giorno della seduta di marzo del Gran Consiglio, quando presenterà – in mattinata alla commissione della Gestione e nel pomeriggio al plenum – un rapporto intermedio. Ha invece già sentito il direttore del Controllo cantonale delle finanze (Ccf) Giovanni Cavallero. Al quale, riprende Bacchetta-Cattori, «abbiamo comunque formulato ancora dei quesiti, stavolta per iscritto». Martedì prossimo la Sottocommissione sarà già in grado di pronunciarsi sulla necessità o meno di una Commissione parlamentare d’inchiesta e/o su un’eventuale istanza al governo, sollecitata dal deputato del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini, di restituzione di ciò che ha intascato senza base legale? «Dopo aver sentito il Consiglio di Stato e l’ex Cancelliere per chiarire quegli aspetti che secondo noi vanno appurati dovremmo poter sapere quale direzione imboccare», sostiene il granconsigliere popolare democratico. E questo, aggiunge Bacchetta-Cattori, «indipendentemente dal procedimento penale e dal suo esito». D’altronde al Gran Consiglio compete l’alta vigilanza in campo amministrativo. Il Ministero pubblico, che ha riaperto il procedimento penale per abuso di autorità contro ignoti dopo averne decretato l’abbandono in un primo tempo, è in attesa di ulteriori documenti per completare l’incarto: quelli chiesti alla Cancelleria dello Stato, alla segreteria del Gran Consiglio e al Controllo cantonale delle finanze. Le indagini sono condotte dal procuratore generale John Noseda. Il governo, che stando a nostre informazioni sta lavorando a un paio di risoluzioni governative per risolvere il problema dei benefit, si pronuncerà con ogni probabilità dopo la decisione del pg.
Durisch e Guerra: la Cpi? al momento non pare necessaria
L’ipotesi di una Commissione parlamentare d’inchiesta, intanto, sembra farsi remota. Lo fanno intendere altri due membri della Sottocommissione. Per il socialista Ivo Durisch «visto che tutti sono disposti a collaborare, allo stato attuale non pare esserci l’esigenza della Cpi». Gli fa eco Michele Guerra (Lega), rilevando che «se il nostro lavoro permetterà di capire tutto e di proporre correttivi la necessità di una Commissione parlamentare d’inchiesta viene a cadere». Sollecitato sulla possibilità di restituzione delle indennità da parte di governo ed ex cancelliere dello Stato, il parlamentare leghista ricorda che «i consiglieri di Stato del mio movimento sarebbero pronti a rimborsare quanto eventualmente dovuto. Ed è normale aspettarsi che lo facciano tutti». La vicenda solleva qualche interrogativo anche sui rapporti fra Controllo cantonale delle finanze e Gran Consiglio.
«Sicuramente vanno ripensati – osserva Bacchetta-Cattori –. Necessitiamo di un Ccf che disponga di strumenti che consentano di migliorare la comunicazione al Gran Consiglio. Da rivalutare anche la sua subordinazione al governo e in particolare a un Dipartimento».