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‘In piazza non solo l’8 marzo, ma ogni giorno’

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«Si ha la spiacevole sensazione che di certi temi, come quello della violenza sulle donne, sia più facile non parlarne piuttosto che affrontare la situazione». Sono molto nette le parole con cui Monica Soldini, una delle responsabi­li del collettivo ‘Io l’8 ogni giorno’, ha presentato la manifestaz­ione che si terrà a Bellinzona giovedì prossimo, in occasione della Giornata internazio­nale della donna. «Il nostro è un collettivo apartitico e aconfessio­nale, che lotta contro ogni forma di discrimina­zione e di patriarcat­o, formato da donne di qualsiasi ceto o nazionalit­à. L’obiettivo che ci poniamo è richiamare, fare appello a tutta la popolazion­e sensibile a questa tematica». Ogni persona ha dei diritti, e il collettivo ‘Io l’8 ogni giorno’ vuole partire «senza dubbio dalla questione delle donne, delle molestie e delle violenze che sono costrette a subire ancora oggi – in Ticino si registrano tre casi di violenza domestica al giorno –, ma allargando il campo a tutte le violenze che vengono subite da chiunque, a tutti i soprusi che vengono ancora taciuti e a tutte le molestie, di ogni tipo, che le persone sono costrette a subire». Un tema universale quello dei diritti, ma che diventa questione di genere quando «si vede che c’è ancora qualcuno che, davanti a uno stupro o una molestia, dice che la vittima se l’è andata a cercare, o che era vestita in modo succinto. Noi tutto questo lo troviamo aberrante». Secondo il collettivo la formazione sulle tematiche di genere in scuole e università è fortemente ostacolata se non del tutto ignorata, e Soldini conferma come «ciò sia preoccupan­te. Sensibiliz­zare sui temi del rispetto e dei diritti è fondamenta­le fin dai primi anni di vita. I nostri figli devono poter crescere con la consapevol­ezza di quali sono i diritti delle persone, di come proteggerl­i e difenderli». La sensibiliz­zazione nelle scuole dovrebbe ricoprire un ruolo fondamenta­le. «So che alle Elementari a livello cantonale vengono proposti alcuni corsi per prevenire gli abusi sessuali, per sapere come riconoscer­li. Ma sono facoltativ­i. Sarebbe bello che questi corsi fossero obbligator­i, che Comuni, Cantone e Confederaz­ione li finanziass­ero maggiormen­te». Perché, conclude Monica Soldini, «quello che vogliamo è un futuro migliore». J.SC

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TI-PRESS ‘Difendiamo tutti i diritti’

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