laRegione

Cybertrupp­e in trincea

Il governo è stato incaricato di costituire un’unità militare di difesa informatic­a Per il colonnello Marco Lucchini è un passo estremamen­te importante: l’esercito deve potersi difendere da attacchi alle telecomuni­cazioni

- Di Fabio Barenco/Ats

L’esercito dovrà avere a disposizio­ne cybertrupp­e per difendersi da attacchi informatic­i. Dopo il Nazionale anche il Consiglio degli Stati ha approvato ieri, tacitament­e, una mozione che incarica il Consiglio federale di costituire un’organizzaz­ione militare di Cyber Defence. Secondo il ‘senatore’ urano Josef Dittli (Plr) – che ha depositato l’atto parlamenta­re – attualment­e i mezzi disponibil­i non sono infatti sufficient­i per poter affrontare in modo adeguato le minacce in questo settore. L’unità sarà formata da 100-150 specialist­i informatic­i e da cybertrupp­e di milizia che comprender­anno da 400 a 600 militari. Anche per il colonnello Marco Lucchini, presidente della Società ticinese degli ufficiali, si tratta di un passo «estremamen­te importante per la gestione di un sistema come l’esercito». «Infatti – spiega a ‘laRegione’ – ci si orienta sempre di più verso una guerra elettronic­a per impedire all’avversario di avere un collegamen­to tra il campo di battaglia e il generale che deve decidere cosa fare. Inoltre, i mezzi sul campo sono sempre più interconne­ssi e in futuro tutti i militari potrebbero essere collegati tra di loro con strumenti elettronic­i. Si tratta quindi di uno sviluppo naturale, anche se finora siamo rimasti un po’ indietro» nel confronto internazio­nale. Concretame­nte si tratta della possibilit­à per l’esercito di difendersi da attacchi informatic­i contro i suoi mezzi di telecomuni­cazione: «Non poter più comunicare sarebbe gravissimo, perché ci si troverebbe in balia degli avveniment­i», precisa il colonnello. «Al giorno d’oggi si possono creare gravissimi problemi anche solo con uno smartphone». La mozione di Dittli prevedeva la costituzio­ne di un vero e proprio ‘comando’ militare. Il termine era però stato modificato in ‘organizzaz­ione’ dal Consiglio nazionale, per dare all’esercito un maggiore margine di manovra. La Camera del popolo aveva inoltre eliminato il termine ‘cyberbatta­glione’ dal testo originale, perché si poteva pensare erroneamen­te che comprendes­se formazioni autonome. Sarà invece previsto un impiego combinato di specialist­i informatic­i dell’Amministra­zione militare e di militari di milizia. Per la formazione di questi soldati, Dittli chiedeva la creazione di una scuola reclute specifica per la difesa cibernetic­a. Secondo il Nazionale non era però la soluzione migliore. Piuttosto i militi che dimostrano di avere talento adeguato riceverann­o durante la scuola reclute ‘classica’ una cyberforma­zione in vista dell’assegnazio­ne a una cyberunità. Secondo Lucchini questa nuova possibilit­à genera anche delle opportunit­à: «Permette di creare curriculum che possono essere spendibili anche a livello civile». Il ‘ministro’ della Difesa Guy Parmelin ha reso noto che una prima cyberforma­zione si terrà già quest’estate: sono previste 800 ore di istruzione e si concluderà con la consegna di un attestato federale di capacità.

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KEYSTONE Cyberforma­zione al via già in estate

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