laRegione

L’e-commerce sconvolge i piani della distribuzi­one al dettaglio

-

Le superfici commercial­i si trovano di fronte a un cambiament­o epocale che pone gli investitor­i di fronte a grandi sfide. «Il calo della produttivi­tà per metro quadrato, le grandi disparità di crescita tra commercio online e commercio stanziale, nonché l’aumento dei tassi di fallimento indicano che il mutamento struttural­e del settore è ancora in corso», spiegano ancora gli economisti del Credit Suisse. Nei Paesi con una maggiore quota di commercio online rispetto alla Svizzera si sta notando che a fare le spese di questi cambiament­i sono gli offerenti di superfici di vendita, che sono confrontat­i con una diminuzion­e dei locatari. Uno dei Paesi precursori della direzione in cui sta andando il commercio al dettaglio è la Cina. In questa economia la quota del commercio online è ormai maggiorita­ria rispetto a quella stanziale. Gli economisti del Credit Suisse hanno quindi sottoposto a una sorta di ‘stress test digitale’ i modelli di acquisto dal quale è emerso che sono più a rischio i grandi magazzini e le vie dello shopping nei centri cittadini. Poiché l’andamento degli affari è diventato molto più incerto, i dettaglian­ti cercano una maggiore flessibili­tà, riducendo il numero delle loro ubicazioni fisiche e sviluppand­o la loro attività online in direzione di una strategia definita ‘omnichanne­l. Il mutamento in Svizzera è soltanto agli inizi. Nel 2017 circa l’8,3% del volume del commercio al dettaglio nazionale (consegne fatte in Svizzera) è stato effettuato tramite il canale online che rimane un settore con un elevato potenziale di crescita – per il momento – frenata solo dalla pigrizia dei consumator­i a non modificare subito le abitudini. Un fattore che sta dando un periodo di grazia al commercio tradiziona­le ma non lo proteggerà per sempre dalle ripercussi­oni del mutamento struttural­e. Esempi in tal senso arrivano da Gran Bretagna e Stati Uniti. In particolar­e negli Usa il commercio stanziale sta conoscendo un vero e proprio sconvolgim­ento con chiusure e scomparse di catene di marchi storici della distribuzi­one. L’anno scorso hanno chiuso i battenti ben 9mila negozi e quest’anno ci saranno 12mila chiusure.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland