Granito portoghese e non gneiss
I controlli sul cantiere di Piazza Grande a Giubiasco hanno rivelato il mancato rispetto del capitolato
L’irregolarità riguarda i cubetti di pietra, per i quali non era però specificata la provenienza. Le aree tuttora in fase di pavimentazione verranno rifatte.
I cubetti che venivano utilizzati per la pavimentazione di Cima Piazza a Giubiasco nell’ambito del cantiere per la riqualificazione della parte alta di Piazza Grande, sono di granito portoghese e non di gneiss come richiesto dal capitolato dei lavori. La conferma giunge dopo i controlli predisposti dall’Ufficio tecnico a seguito di una segnalazione che – come avevamo anticipato sull’edizione dello scorso 28 febbraio – aveva reso necessario lo stop ai lavori riguardanti questa fase del cantiere. Un geologo di riferimento della Città di Bellinzona ha appurato che i cubetti in fase di posa sono di granito proveniente da una zona settentrionale del Portogallo, e più precisamente dal comprensorio di Castro Daire. Il capitolato dei lavori di cui siamo venuti in possesso mostra che la richiesta era in realtà diversa. Sotto la voce “Pietre naturali per selciati”, si parla di “Fornitura di pietre di gneiss”, specificando che sono necessari cubetti tipo 8/11. Si fa dunque riferimento alla tipologia di roccia – gneiss – ma non alla provenienza. Diverso invece il discorso per le pietre che servono per lastricare la piazza. Sotto “Fornitura di lastre rettangolari” viene specificato “Granito o gneiss” ma anche “Tipo Riviera”. Si tratta della tipica dicitura utilizzata nei casi in cui il committente dei lavori – in questo caso l’ex Comune di Giubiasco – intende favorire la provenienza locale del materiale. Lastre e mocche per le delimitazioni sono state fornite rispettando i requisiti da capitolato. Mentre uno sbaglio è stato commesso nelle forniture dei cubetti. Entrambi i tipi di pietra (le lastre rivierasche e i cubetti portoghesi) sono stati forniti dal gruppo Maurino – che gestisce più ditte in Riviera – a cui l’impresa di costruzione Mancini & Marti ha subappaltato il lavoro (il capitolato lo permette). Non è però dato sapere se, come prevede la Legge sulle commesse pubbliche in caso di subappalti, l’impresa abbia appurato che la ditta estera fornitrice del granito rispettasse i requisiti legali.
Paglia: ‘Vogliamo dare lavoro
a ditte locali’
Se la provenienza della pietra è stata chiarita, rimane da capire perché nel capitolato non fosse stato esplicitato “tipo Riviera” per i cubetti. Il capodicastero Opere pubbliche e ambiente di Bellinzona Christian Paglia precisa che con la dicitura gneiss – «roccia tipicamente presente nel Centro-nord del Ticino» – era evidente l’intento del committente di fornire lavoro a ditte locali. «Nei limiti concessi dalla Legge sulle commesse pubbliche si cercano forniture di mate- riali a livello regionale», continua Paglia. Proprio per questo principio la decisione della Città è stata quella di rifare i segmenti di piazza che sono attualmente ancora in fase di pavimentazione. «Su 1’200 metri quadrati di superficie, circa il 35% dei cubetti è già stato posato o è in fase di posa. Abbiamo deciso di rifare una parte di queste superfici con della pietra locale». Solo le zone già completamente rifinite verranno dunque lasciate allo stato attuale. «Perché non vogliamo allungare le tempistiche del cantiere, considerata la presenza in piazza di esercenti, albergatori e commercianti», sottolinea Paglia. La nuova posa dei cubetti non dovrebbe generare ulteriori ritardi – la consegna della piazza è prevista in autunno –, visto che verrà effettuata parallelamente ad altri lavori in corso. Quanto all’aspetto visivo e dal punto di vista mineralogico, il municipale spiega che a occhio nudo non si scorgono differenze particolarmente evidenti, se non nella tessitura. «Il granito è una roccia magmatica, mentre lo gneiss è metamorfica con bande ed esfoliazioni. Entrambe però sono di buona qualità», aggiunge. Differenze sono anche riscontrabili nel prezzo. Nel caso specifico, stando a nostre informazioni, il risparmio ottenuto dalle ditte grazie alla fornitura di pietra estera e non ticinese ammonterebbe a 15mila franchi. Paglia sottolinea che non è ancora stato stabilito chi si accollerà eventuali costi aggiuntivi ma sottolinea che il costo totale dell’opera è rispettato.