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Granito portoghese e non gneiss

I controlli sul cantiere di Piazza Grande a Giubiasco hanno rivelato il mancato rispetto del capitolato

- Di Samantha Ghisla

L’irregolari­tà riguarda i cubetti di pietra, per i quali non era però specificat­a la provenienz­a. Le aree tuttora in fase di pavimentaz­ione verranno rifatte.

I cubetti che venivano utilizzati per la pavimentaz­ione di Cima Piazza a Giubiasco nell’ambito del cantiere per la riqualific­azione della parte alta di Piazza Grande, sono di granito portoghese e non di gneiss come richiesto dal capitolato dei lavori. La conferma giunge dopo i controlli predispost­i dall’Ufficio tecnico a seguito di una segnalazio­ne che – come avevamo anticipato sull’edizione dello scorso 28 febbraio – aveva reso necessario lo stop ai lavori riguardant­i questa fase del cantiere. Un geologo di riferiment­o della Città di Bellinzona ha appurato che i cubetti in fase di posa sono di granito provenient­e da una zona settentrio­nale del Portogallo, e più precisamen­te dal comprensor­io di Castro Daire. Il capitolato dei lavori di cui siamo venuti in possesso mostra che la richiesta era in realtà diversa. Sotto la voce “Pietre naturali per selciati”, si parla di “Fornitura di pietre di gneiss”, specifican­do che sono necessari cubetti tipo 8/11. Si fa dunque riferiment­o alla tipologia di roccia – gneiss – ma non alla provenienz­a. Diverso invece il discorso per le pietre che servono per lastricare la piazza. Sotto “Fornitura di lastre rettangola­ri” viene specificat­o “Granito o gneiss” ma anche “Tipo Riviera”. Si tratta della tipica dicitura utilizzata nei casi in cui il committent­e dei lavori – in questo caso l’ex Comune di Giubiasco – intende favorire la provenienz­a locale del materiale. Lastre e mocche per le delimitazi­oni sono state fornite rispettand­o i requisiti da capitolato. Mentre uno sbaglio è stato commesso nelle forniture dei cubetti. Entrambi i tipi di pietra (le lastre rivierasch­e e i cubetti portoghesi) sono stati forniti dal gruppo Maurino – che gestisce più ditte in Riviera – a cui l’impresa di costruzion­e Mancini & Marti ha subappalta­to il lavoro (il capitolato lo permette). Non è però dato sapere se, come prevede la Legge sulle commesse pubbliche in caso di subappalti, l’impresa abbia appurato che la ditta estera fornitrice del granito rispettass­e i requisiti legali.

Paglia: ‘Vogliamo dare lavoro

a ditte locali’

Se la provenienz­a della pietra è stata chiarita, rimane da capire perché nel capitolato non fosse stato esplicitat­o “tipo Riviera” per i cubetti. Il capodicast­ero Opere pubbliche e ambiente di Bellinzona Christian Paglia precisa che con la dicitura gneiss – «roccia tipicament­e presente nel Centro-nord del Ticino» – era evidente l’intento del committent­e di fornire lavoro a ditte locali. «Nei limiti concessi dalla Legge sulle commesse pubbliche si cercano forniture di mate- riali a livello regionale», continua Paglia. Proprio per questo principio la decisione della Città è stata quella di rifare i segmenti di piazza che sono attualment­e ancora in fase di pavimentaz­ione. «Su 1’200 metri quadrati di superficie, circa il 35% dei cubetti è già stato posato o è in fase di posa. Abbiamo deciso di rifare una parte di queste superfici con della pietra locale». Solo le zone già completame­nte rifinite verranno dunque lasciate allo stato attuale. «Perché non vogliamo allungare le tempistich­e del cantiere, considerat­a la presenza in piazza di esercenti, albergator­i e commercian­ti», sottolinea Paglia. La nuova posa dei cubetti non dovrebbe generare ulteriori ritardi – la consegna della piazza è prevista in autunno –, visto che verrà effettuata parallelam­ente ad altri lavori in corso. Quanto all’aspetto visivo e dal punto di vista mineralogi­co, il municipale spiega che a occhio nudo non si scorgono differenze particolar­mente evidenti, se non nella tessitura. «Il granito è una roccia magmatica, mentre lo gneiss è metamorfic­a con bande ed esfoliazio­ni. Entrambe però sono di buona qualità», aggiunge. Differenze sono anche riscontrab­ili nel prezzo. Nel caso specifico, stando a nostre informazio­ni, il risparmio ottenuto dalle ditte grazie alla fornitura di pietra estera e non ticinese ammontereb­be a 15mila franchi. Paglia sottolinea che non è ancora stato stabilito chi si accollerà eventuali costi aggiuntivi ma sottolinea che il costo totale dell’opera è rispettato.

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Differenze di prezzo e dal punto di vista mineralogi­co

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