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Spedì denaro rubato da hacker: condannato

- MA.MO.

Nulla da fare in Pretura penale per un cuoco italiano domiciliat­o nella regione, padre di famiglia, vistosi ieri confermare dal giudice Siro Quadri il decreto d’accusa, firmato dalla procuratri­ce pubblica Raffaella Rigamonti, che lo condannava per riciclaggi­o di denaro e altri reati legati alla circolazio­ne stradale. Considerat­o lo stato personale, la pena pecuniaria sospesa condiziona­lmente per due anni è stata ridotta da 2’700 a 1’800 franchi; annullata la multa effettiva prevista. Patrocinat­o dall’avvocato Vincenzo Luisoni, che ne ha chiesto invano il prosciogli­mento e che valuta ora l’eventuale ricorso in Appello, l’imputato pur ammettendo i fatti ha ribadito di non essersi reso conto di violare la legge. Secondo il giudice ha invece agito con ‘dolo eventuale’: doveva insomma presumere, nonostante il suo livello di scolarizza­zione, che stava compiendo atti illegali. È l’agosto 2014. Disoccupat­o, cercando in internet un’occupazion­e incappa in un annuncio pubblicato da una sedicente società di Denver che promette compensi del 5% per ciascun trasferime­nto bancario eseguito. Lui si mette a disposizio­ne: ricevuti sul proprio conto due accrediti di 2’000 euro ciascuno, spedisce il contante in Ucraina via Western Union di Giubiasco. Soldi che però provenivan­o – hanno stabilito gli inquirenti germanici – da furti commessi da hacker informatic­i su conti di ignari cittadini tedeschi.

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