Omicidio colposo a Sigirino, si ricomincia
Si ricomincia da capo. La Corte di Appello e revisione penale (presidente Damiano Stefani) ha aggiornato al prossimo 24 aprile (25 aprile giornata di riserva) il processo bis nei confronti di un ingegnere e di un caposciolta attivi nel cantiere AlpTransit di Sigirino condannati in primo grado lo scorso 7 settembre per omicidio colposo per la morte di un minatore calabrese, Pietro Mirabelli, travolto mortalmente il 22 settembre 2010 all’interno del tunnel da una parete del peso di 400 chili che non era stata adeguatamente assicurata. Il caso aveva fatto discutere non solo per le gravi conseguenze sul cantiere, ma pure per le lungaggini processuali (la vicenda giudiziaria è approdata infatti in aula solo sette anni dopo); e per come era stato trattato il caso dai primi magistrati che se ne occuparono, con chiare lacune dal profilo della raccolta delle prove, come aveva avuto modo di evidenziare il giudice Mauro Ermani, presidente delle Assise correzionali di Lugano. Dei tre imputati, uno era stato assolto – il cittadino spagnolo 45enne che guidava la perforatrice – mentre gli altri due, l’ingegnere 50enne responsabile della sicurezza sul cantiere e il caposciolta 58enne, sono stati condannati: il primo a 150 aliquote giornaliere di 170 franchi l’una (pari a 25’500 franchi) e il secondo a 90 aliquote giornaliere di 90 franchi (corrispondenti a 2’700 franchi). Tutt’e tre gli avvocati del terzetto, anche per ragioni legate alla causa civile, si presenteranno in aula: Stefano Rossi, che ha ottenuto il proscioglimento del proprio assistito, Luigi Mattei e Sebastiano Pellegrini. L’accusa sarà sostenuta dal pg John Noseda. G.G.