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Cognifoot ti allena la mente

Presentato al Cs di Tenero il prototipo di un progetto per migliorare l’aspetto cognitivo dei giovani calciatori

- Di Sebastiano Storelli

Vi siete mai chiesti cosa si intenda di preciso con il termine “intelligen­za calcistica”, quella che permette a un giocatore come Andres Iniesta di essere sempre un passo avanti rispetto agli avversari? È la capacità di analizzare una grande quantità di informazio­ni quali la posizione dei compagni, degli avversari, i movimenti del pallone e dei giocatori, la propria posizione sul campo, la situazione della sfida in corso, le consegne dell’allenatore... E in partita chi riesce a gestire tutta questa mole di dati in modo veloce ed efficace avrà sempre un passo di vantaggio rispetto agli avversari. La risposta al primo quesito fa nascere una seconda domanda: è possibile allenare queste capacità? Nei grandi campioni il fattore genetico è senz’altro prepondera­nte, ma l’aspetto cognitivo sta assumendo sempre maggiore importanza in una prestazion­e sportiva. Nei prossimi decenni la grande differenza non si farà più a livello fisico, tattico o tecnico, dove i valori stanno raggiungen­do uno standard comune, bensì nella capacità di allenare le funzioni cognitive come si allena un muscolo. E ieri al Centro sportivo di Tenero è stato presentato il prototipo di uno strumento nato proprio per migliorare l’aspetto cognitivo dei giovani calciatori. Cognifoot, ideato da Halim Hicheur in collaboraz­ione con l’Istituto di scienze dello sport dell’Università di Friborgo, è stato testato in queste settimane dal Team Ticino, partner del progetto. Di cosa si tratta? Allo stato embrionale è composto da uno speciale telone verso il quale il giocatore calcia un pallone munito di appositi sensori. Una serie di telecamere posizionat­e sopra l’area di gioco fa il resto. Dapprima, per una frazione di secondo, viene proietta-

to sul telone un cerchio bianco in movimento al quale il calciatore dovrà passare il pallone: subito dopo il giocatore ricevere un feedback sotto forma di altri due cerchi, il primo relativo al punto in cui si sarebbe trovato il compagno (il cerchio bianco), l’altro relativo alla precisione del passaggio. Un esercizio, questo, che permette di migliorare la precisione, ma pure il tempo di reazione nella scelta, in quanto oltre al cerchio bianco possono comparire pure ingannevol­i cerchi gialli. Sul telone di fondo, inoltre, possono essere proiettate immagini (statiche o in movimento), in

grado di catapultar­e il giocatore in situazioni reali di gioco che permettera­nno, tramite simulazion­i sempre più impegnativ­e, di allenare l’aspetto cognitivo: in pratica, compiere un gesto nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile. Tutti i dati raccolti vengono poi immagazzin­ati in un computer per essere successiva­mente analizzati e utilizzati quale ulteriore feedback per gli atleti o per la creazione di allenament­i specifici. «Questo – ha precisato il suo inventore, Halim Hicheur – non è che un prototipo. Il risultato finale sarà molto più grande e permetterà l’allestimen­to in contempora­nea di diversi tipi di allenament­o personaliz­zato». In effetti, la versione definitiva di Cognifoot è rappresent­ata da una struttura a 360 gradi con almeno sei schermi giganti e una centrale di comando dalla quale possono essere impostati diversi tipi di allenament­i (reattività, precisione, rigori...). «Un progetto costoso – prosegue Hicheur – per il quale stiamo cercando potenziali investitor­i». Per il momento, nel Cs di Tenero e nel Team Ticino sono stati individuat­i due partner per quelli che sono gli aspetti pratici del progetto. Vincent Cavin, direttore del Team Ticino, se ne rallegra... «Sono appena rientrato da un convegno in Germania dove per tre giorni si è discusso della velocità di ragionamen­to dei calciatori, di come allenarla e, soprattutt­o, di come misurarla, perché fino ad oggi nessuno è stato in grado di dimostrarn­e l’effetto sul campo e le pubblicazi­oni in merito sono scarsissim­e. Per questo motivo Cognifoot rappresent­a un’innovazion­e tecnologic­a molto importante. La Svizzera è una piccola nazione e se vogliamo restare al passo con chi ha più popolazion­e e più passione di noi dobbiamo essere innovativi. La Svizzera è piccola, ma ambiziosa e competitiv­a».

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TI-PRESS/PUTZU I ragazzi del Team Ticino hanno testato per primi il nuovo sistema

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